Nel primo pomeriggio di ieri a San Donà di Piave, militari delle Stazioni Carabinieri di Noventa di Piave (VE) ed Eraclea (VE), hanno tratto in arresto in flagranza del reato di “maltrattamenti in famiglia”, M.G., operaio 30enne di nazionalità albanese, residente in Fossalta di Piave (VE). L’uomo, dopo aver rintracciato la propria convivente (che aveva trovato ospitalità da un’amica di San Donà di Piave), si è introdotto attraverso una finestra lasciata aperta, all’interno della abitazione posta al piano primo di uno stabile ed ha iniziato a colpirla veementemente al capo.
L’aggressione
Grazie ad un attimo di distrazione dell’aggressore la donna è riuscita ad attirare l’attenzione dei vicini che hanno attivato i soccorsi chiamando il 112. I Carabinieri intervenuti, dopo aver messo in sicurezza la donna, l’hanno fatta assistere e medicare da personale sanitario. Dopo le prime ritrosie la vittima, accolta all’interno di “una stanza tutta per sé” presente all’interno della caserma dei Carabinieri di San Donà di Piave dedicata alle donne vittime di violenza (nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi e nel percorso verso il rispetto e la dignità della persona), ha narrato ai militari due lunghi anni di angherie mai denunciate prima, consistite in reiterate minacce, ingiurie e percosse.
Maltrattamenti in famiglia
Negli ultimi tempi il nucleo famigliare, che vede la presenza di due minori, era monitorato dai servizi sociali e dall’unità operativa dell’USSL-4 dedicata all’infanzia, su segnalazione della scuola frequentata da uno dei due minori, circa un’ipotesi affiorante di trascuratezza del minore.
In precedenza non vi erano mai state richieste di intervento delle forze dell’ordine presso la famiglia derivanti da violenze o maltrattamenti poste in essere dal capo famiglia nei confronti dei congiunti.
L’uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Venezia su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Dovrà rispondere anche di violazione di domicilio per essersi introdotto clandestinamente nell’abitazione dell’amica della vittima.