La Voce della Città Metropolitana

Maddalena Fingerle: “Lingua madre”

Sara Zanferrari oggi ci consiglia l'esordio di Maddalena Fingerle, vincitore della XXIII edizione del premio Calvino.

Sara Zanferrari, giornalista e critico letterario, oggi ci propone “Lingua Madre” di Maddalena Fingerle. Questo libro è stato il vincitore della 33esima edizione del Premio Calvino, 2020, un romanzo che possiede un’identità spiccata e ben definita.

Un libro, inoltre, che ci fa apprezzare anche la bellezza della carta stampata

“Ci tengo ad evidenziare la particolarità di questo libro, proprio anche come oggetto. Il manoscritto è stato pubblicato da Italo Svevo editore, di Trieste. In particolare questo libro appartiene alla collana Incursioni, una collana originale che si caratterizza oltre che per la cover molto impattante per i caratteri e i titoli, anche per la carta utilizzata, molto ruvida e con le pagine non tutte tagliate (dette “pagine intonse”), che ci dà l’idea del libro di una volta. ”

“Lingua madre” di Maddalena Fingerle nella prima parte è divertente quasi comico, a metà però c’è una cesura drammatica, che cambia completamente l’atmosfera, per poi evolversi e involversi fino all’epilogo finale.

Lingua madre

Il protagonista è un ragazzo, bolzanino di lingua italiana, con la passione per le parole, passione che però è molto vicina all’ossessione. Anche molti nomi di protagonisti sono in verità anagrammi, proprio un gioco con le parole a loro volta: infatti l’anagramma di Paolo Prescher, il ragazzo protagonista appunto, è “parole sporche”, che è una maniera di dire le “parole ipocrite”, odiate sentitamente da Paolo. Quello di Mira di Pienaglossa, la fidanzata, è Sapone di Marsiglia, lei sarà colei che gli pulisce le parole.

La storia prende un taglio drammatico quando il padre di Paolo muore e lui smette di punto in bianco di parlare italiano. Sconsolato, decide di partire alla volta di Berlino, con uno zaino in spalla e senza soldi, parlando da quel momento solo tedesco.

Qui troverà lavoro come bibliotecario e incontrerà appunto Mira, ragazza che riuscirà a pulirgli le parole, tant’è che Paolo senza accorgersene tornerà a parlare italiano. Ma il ritorno a Bolzano con lei, alle vecchie situazioni e ipocrisie, lo faranno ripiombare tragicamente nell’ossessione della lingua.

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