Venezia Città Stato

Luciano Flor: LEA, cosa e quali sono i livelli essenziali di assistenza

Luciano Flor spiega cosa siano i LEA e che nesso vi sia con il tema dell'appropriatezza

In questa seconda puntata di “Venezia Città Stato?” abbiamo come ospiti il Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto, il dottor Luciano Flor e il presidente del Centro di Medicina, il dottor Vincenzo Papes.

Alfredo Aiello, Conduttore di ‘Venezia Città Stato’

La domanda posta da Aiello a Flor si focalizza su due termini chiave: LEA e appropriatezza.

I LEA sono i livelli assistenziali di assistenza, vale a dire quei servizi sanitari che i cittadini hanno il diritto di avere gratuiti e, quindi, sono un primo fronte d’intervento della sanità pubblica.

Il tema dell’appropriatezza pare ad Aiello molto legato ai LEA. Perché se non abbiamo delle strutture sanitarie che contemplano questi livelli di appropriatezza, abbiamo un eccesso di consumo sanitario, con il rischio di allungare le liste d’attesa e di offrire delle prestazioni inutili.

Luciano Flor, Direttore Generale Sanità Regione Veneto

“I LEA sono le prestazioni che il cittadino ha diritto a vedersi erogate. Testualmente la legge parla di prestazioni che il servizio sanitario è tenuto a garantire. Quindi non può esserci un LEA il cui obiettivo è l’80%, perché il 20% dei cittadini non può rimanere senza LEA.

I LEA sono molto monitorati, tutte le aziende hanno obiettivi sui LEA. E la Regione Veneto, anche durante la pandemia è risultata la regione più adempiente in Italia rispetto alla loro garanzia. Così rilevano il Ministero dell’Economia e delle Finanze, non è auto-proclamazione. Noi di questo siamo soddisfatti; ci teniamo molto e teniamo la bussola orientata sul tema LEA”.

Un esempio di LEA

“Un cittadino che si rompe un femore ha diritto a essere operato entro 48 ore. Noi questo non lo daremo più come obiettivo. Sarà una condizione. Chi fa quest’attività deve operare la frattura di femore entro 48 ore.

Lo dico perché questa è una cosa di cui si parla ormai da molti anni, ma oggi è anche un indicatore di funzionamento del servizio sanitario che ha soppiantato la mortalità infantile. Una volta c’era, infatti, la mortalità infantile. Ora la capacità di accudire i neonati alla nascita si è sviluppata dappertutto. Adesso si valuta invece la capacità di garantire un servizio a pazienti, spesso anziani che cadono nel proprio domicilio. Quindi è la capacità del sistema di allarme, trasporto, presa  in carico e intervento. Farlo in 48 ore porta a esiti di gran lunga migliori. Non si può fare il 100%, ma sopra il 90% mi aspetto di sì”.

Il nesso LEA-appropriatezza

“Il tema LEA e quello appropriatezza sono strettamente collegati. Ciò ci dice che non possiamo lavorare soltanto con l’offerta, ma anche con la domanda. Perché è la domanda di prestazioni che deve essere appropriata: la TAC serve quando serve. Fare una TAC espone a una quantità di radiazioni ionizzanti che vale più di 200 radiografie del torace. Ora, non è che ci facciamo una TAC se non serve o perché qualcuno ci ha detto di farla. Dobbiamo sicuramente rivedere alcune prestazioni nei termini dell’appropriatezza. Questo è ciò che il sistema ha in agenda per i prossimi mesi e anni. Bisogna concordare con i professionisti e con le reti dei professionisti quali sono le prestazioni che devono essere garantite a fronte di una certa patologia e di certi sintomi perché non arrivi sempre e semplicemente il cittadino che va dal medico di medicina generale a chiedere una prestazione o tale medico che prescrive una prestazione cui poi lo specialista ha qualcosa da eccepire.

Ora dobbiamo migliorare cominciando a prescrivere non una prestazione ma quali sono i motivi e i sintomi per cui si chiede una prestazione (esame o visita).  Allora l’appropriatezza va promossa con la consapevolezza del cittadino, più informato. Dovremmo infatti rendere accessibili tutte le informazioni di cui disponiamo ai cittadini sul sito del Servizio Sanitario. E’ importante che siano gli stessi professionisti che lavorano nelle nostre strutture a dare l’informazione.

Quindi il binomio LEA-appropriatezza è oggi quanto mai attuale. Siamo abbastanza lenti ad aggiornare l’elenco dei LEA, perché a volte la tecnologia ci offre prestazioni che non rientrano tra i LEA e quindi dobbiamo inserirle. Il LEA è una prestazione che poi deve avere una copertura finanziaria. Però credo che sia da un lato un traguardo avere uno strumento che garantisce prestazioni ai cittadini, dall’altro anche uno spartiacque opportuno per dire che cosa è giusto che il servizio sanitario garantisca con le spese della collettività, perché altrimenti nascere il ‘fai-da-te’, che non ci porta da nessuna parte” ha concluso il DG Luciano Flor.

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