Venezia Cambia

Le misure protettive dei medici veneziani del 300

Un'analisi accurata dei metodi adottati dai medici veneziani per scongiurare la peste, nonostante la limitatezza delle conoscenze mediche del tempo

In questa puntata di “Venezia Cambia”, grazie all’analisi di Aristide Salvatici, scopriamo le innovazioni e precauzioni adottate dai medici veneziani durante le epidemie storiche.

Sono state descritte le tattiche precursori delle pratiche moderne che caratterizzarono la sanità pubblica veneziana, dalla federazione dei medici al medico della peste, permettendoci di comprendere come Venezia si sia difesa in tempi di crisi sanitaria.

Le radici della sanità pubblica veneziana, dalla federazione medica all’Università di Padova

Aristide Salvatici spiega: “I medici Veneziani erano già consociati in una federazione già dal 1258, quindi c’era uno spirito importante, che poi si sviluppa maggiormente, quando, nel 1338 si parla di “sanità pubblica”. Questo ne consegue l’obbligo per i medici, di visitare i soggetti particolarmente gravi e, indipendentemente dalle loro finanze, di eseguire delle autopsie.”

Poi specifica: “Venezia ha potuto usufruire dell’università di Padova, Ateneo estremamente importante proprio per la medicina, e di essere stata favorita rispetto ad altre città dalla presenza di isole, quindi concetto di isolamento. È nato proprio il medico della peste, oggi diventato una maschera in quello che è il Carnevale di Venezia.”

L’intuizione e la lungimiranza dei medici veneziani del tempo

Rispetto alle tecniche utilizzate, Aristide Salvatici specifica: “Un paragone, nonostante i tempi, con il Covid recente è quello della protezione: cioè, il medico doveva proteggersi. Protezione significava scarpe, tunica molto lunga (che ricorda i camici di adesso), guanti e, per la prevenzione sulla patologia della peste in forma polmonare, avevano capito che molto dipendeva dal respiro.”

“Quindi si proteggevano il proprio respiro con un naso lunghissimo il quale vi erano delle erbe aromatiche: paglia, chiodi di garofano, menta, aglio. Gli occhi erano coperti da vetri. Questa era quello che avevano. Un’altra protezione molto importante era l’aiuto da parte di soldati e guardie con l’applicazione della pena di morte per chi non eseguiva determinate regole.”

Le condizioni e i limiti della medicina dell’epoca

Poi, prosegue: “Non sappiamo quando queste tuniche e questo abbigliamento venissero cambiati. Il dubbio è fossero cambiati molto poco. Poi, c’è da considerare quelle che erano le condizioni della medicina dell’epoca, una medicina poco importante e approfondita.

“Il farmaco dell’epoca, che dicevano curasse tremila malattie, era la teriaca, la quale veniva a prodotta a Venezia nel ‘600-700, in quantità maggiore che in tutta l’Europa. Questo farmaco, in realtà, curava poco niente. A ciò si aggiungono le condizioni igieniche, la scarsità dell’acqua, la promiscuità della popolazione.”
Abbiamo, dunque, capito le iniziative e le procedure prese dalla Serenissima, con le conoscenze (limitate) e la cultura dell’epoca.

GUARDA ANCHE: Venezia: Aristide Salvatici e le epidemie di peste

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