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L’appello di Favaretto alle istituzioni contro il degrado

Il titolare della Carrozzeria "Moderna" di Mestre denuncia degrado e insicurezza dovuti alla presenza di tossicodipendenti e senza tetto nelle vicinanze

Paolo Favaretto, titolare della carrozzeria “Moderna”: “Ogni mattina trovo questo davanti alle vetrine: vi pare che sia possibile? È una vergogna. Siamo a Mestre in via Giustizia, la via dimenticata dal Comune. Si ricordano solo di mandare le tasse, ma non di venire a pulire, una vergogna.”

La denuncia di Paolo Favaretto: il degrado a Mestre minaccia la sua attività e la sicurezza dei clienti

“Io e mio figlio Mattia gestiamo questa attività con più di 20 dipendenti da una vita. È diventata una cosa impossibile stare in via Giustizia. Noi stiamo qua più di 15-16 ore al giorno. Oggi è domenica, e noi siamo qua a lavorare e a mandare avanti. Purtroppo abbiamo subito più di 37 furti.”

“Adesso abbiamo un’invasione di gente che dorme: non gente cattiva, ma che dorme e che dà una brutta sensazione. Già i clienti ci dicono di aver paura a venire qua.”

L’appello alle istituzioni del titolare di “Moderna”

È l’ennesimo sfogo di Paolo Favaretto, il titolare della carrozzeria “Moderna” di Mestre sui social contro il degrado in cui affoga la sua azienda e, per l’ennesima volta, diventa un caso mediatico nazionale. Nel mirino non ci sono i ladri, seppure la sua carrozzeria abbia finora registrato ben 37 furti, ma i tossicodipendenti e i senzatetto.

Non gli habitué, ma i nuovi poveri che non hanno dove andare a dormire e si appoggiano al Drop-in, l’ufficio comunale che offre servizio igienici e assistenza a chi vive alla diac, che si affaccia proprio di fronte alla carrozzeria.

La sua voce contro il degrado urbano e la mancanza di interventi

Prosegue Paolo Favaretto: “Ma perché deve succedere questo? Ma le istituzioni cosa fanno? Ma non è possibile che gli facciano un posto per andare a dormire a questa gente? Devono dormire in strada di fronte alle nostre vetrine, lasciando di tutto per terra alla mattina, ma dobbiamo farli alzare.”

“Non vogliono alzarsi, sono pieni di siringhe e si fanno le dosi qui davanti a tutti. Non è una cosa possibile. È una vergogna che io faccio un appello, soprattutto un appello sia alla Meloni che al capo dello Stato: sono italiano, ho sempre votato, non fatemi dimenticare di votare, grazie.”

L’azienda di Paolo Favaretto, un tempo, era circondata di officine, di abitazioni e di una segheria. Ora attorno c’è il vuoto e la segheria abbandonata, teatro di un incendio, da qualche tempo è all’origine di un viavai di ragazzi che vanno ad acquistare sostanze stupefacenti.

Favaretto ha ottenuto anche questa volta l’attenzione mediatica al punto che la polizia e i carabinieri stanno presidiando la zona, ma al degrado non si può mettere le manette.

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