La morte di Riccardo. Si sta ancora cercando di capire come possa essere accaduto che Riccardo Nardin, al timone ogni giorno dei lancioni gran turismo del Cavallino, possa aver perso la vita urtando con un barchino contro una briccola.
Il lavoro nel trasporto turistico
Riki, per gli amici, nonostante la sua giovane età, aveva una carriera brillante davanti. La società “Il Doge” è specializzata nel trasporto acqueo turistico, e aveva scommesso su di lui. La direzione aveva deciso di fargli fare corsi di specializzazione per consentirgli di comandare navi più grandi e lui sognava di poter guidare nei mari di tutto il mondo.
La morte di Riccardo
Dopo i fuochi del redentore, Riccardo stava accompagnando due amiche residenti al Lido. Sono queste ultime che hanno raccontato l’improvviso urto dello scafo contro la bricola nel canale tra San Giorgio e San Servolo e la caduta in acqua di Riccardo. I sommozzatori, dopo un’ora di ricerche, hanno trovato il corpo sul fondo.
Alla famiglia, distrutta, si sono stretti gli amici, i colleghi e i sindaci. Per i veneziani, un’atroce prima volta: il redentore non aveva mai registrato vittime finora.
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