Venezia Cambia

L’invito di Alessandro Pattaro alla partecipazione attiva

Alessandro Pattaro ci parla degli strumenti che permettono anche ai cittadini di partecipare nella pianificazione idrica del territorio.

Alessandro Pattaro parla di cosa possono fare i cittadini nel concreto per partecipare alla pianificazione del territorio dal punto di vista idrico, e ci tiene a ribadire l’importanza di questi strumenti che abbiamo a disposizione

Alessandro Pattaro e la partecipazione attiva dei cittadini

Paolo Dalla Vecchia: “Uno dei temi che hai seguito con particolare attenzione è quello della partecipazione attiva dei cittadini. Dopo l’alluvione del 2007 hai gestito alcuni comitati degli allagati di Mestre, hai fatto sicuramente una grande opera di divulgazione.

Tuttavia ci sono anche degli strumenti che stai portando avanti da tanto tempo che sono istituti di democrazia partecipativa. Anche l’ingegnere Rusconi si dichiara ottimista perchè questi strumenti consentono di avvicinare i cittadini a questo tema. Quali sono questi strumenti?”

Normative illustrate da Alessandro Pattaro

Alessandro Pattaro: “Nel mondo in cui viviamo purtroppo ci sono grandissime contrapposizioni. L’Europa è un faro di civiltà.

Ci sono ovviamente luci e ombre su questo aspetto, però devo dire che anche normative come la 2000/60/CE o la 2007/60/CE, una sulla qualità delle acque e l’altra sul pericolo idraulico sono state fortemente innovative. Hanno introdotto il tema della partecipazione attiva del cittadino. Per quanto riguarda il piano di gestione rischio alluvioni, altro elemento molto innovativo, ha previsto degli strumenti per la partecipazione attiva del cittadino”.

Gli strumenti di partecipazione del cittadino

Paolo Dalla Vecchia: “Come partecipa il cittadino?”

Alessandro Pattaro: “In questo caso il cittadino partecipa a tutta la fase cadenzata avviata da un ente chiamato “Distretto idrografico Alpi orientali”, che ha sviluppato un percorso di condivisione della conoscenza e di azioni da visualizzare.

Ora c’è anche l'”osservatorio dei cittadini”, in cui il singolo può dare delle indicazioni su come risolvere o segnalare le condizioni di pericolo idraulico, ovviamente si tratta di situazioni di macro pericolo idraulico, per i corsi d’acqua maggiori”.

Paolo Dalla Vecchia: “L’Europa sotto questo aspetto è sicuramente stata d’aiuto. La direttiva dice, semplificando, “governi europei, governi regionali, se andate a costruire un’ opera idraulica a servizio di una comunità più estesa le popolazioni che si trovano vicine al manufatto idraulico che andrà costruito devono essere informate e coinvolte. Devono capire perché quell’opera viene costruita.

I cittadini possono partecipare anche nella pianificazione

Quindi possono portare anche i singoli cittadini delle osservazioni che derivano dalla conoscenza del loro territorio. Cosa puoi aggiungere?”

Alessandro Pattaro: “Anche per la pianificazione stessa possono intervenire. Per il PGRA, cioè il piano gestione rischio alluvioni, è necessaria la partecipazione del cittadino. Questo è uno strumento importantissimo, e ricordiamo l’esempio del Vajont per chiarire quanto è importante la partecipazione dei cittadini con le proprie conoscenze nel governo del territorio, anche del corso d’acqua minore.

Tra la famiglia degli strumenti di democrazia partecipativa quello che più mi ha appassionato è il contratto di fiume. Qui in Veneto ne sono stati avviati una decina. Non hanno avuto grande successo al momento, però nel 2014 abbiamo attivato molte comunità che vivono i corsi d’acqua e avrebbero dovuto dare un contributo nella gestione di questo bene collettivo. Ad esempio, io sono stato coordinatore del contratto di fiume Meolo Vallio Musestre dal 2014 al 2019, ma ho partecipato anche al contratto di fiume Marzenego, Osellino e tanti altri”.

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