La sentenza di assoluzione totale del 2 novembre 2001, è stata emessa dopo un processo durato anni. Questo ha suscitato grande scalpore, cancellando morti, malattie, inquinamento e disastri. Tuttavia, nonostante l’assoluzione degli imputati, il processo ha contribuito a far emergere la tragica realtà vissuta dagli operai e l’impatto ambientale devastante delle attività industriali.
L’esito controverso della conclusione del processo al petrolchimico a Marghera
Elisio Trevisan, giornalista del Gazzettino: “Il processo, pur terminando con l’assoluzione degli imputati, segnò la conclusione di un capitolo importante nella storia di Venezia. Fu avviato grazie al lavoro scrupoloso di Gabriele Bortolozzo, un operaio che raccolse con pazienza documenti e testimonianze riguardanti le condizioni di salute dei suoi colleghi.”
“Benché il processo chiamò alla sbarra i dirigenti delle aziende e le proprietà, alla fine tutti furono assolti. La città in quei 3 anni si rese conto che una grossa pagina della storia di Venezia si era chiusa e si aprì la strada a richieste di risarcimento. La Montedison fu la prima azienda a versare oltre 500 miliardi di lire dell’epoca per chiudere la faccenda.”
“Ai responsabili dell’inquinamento fu richiesto di contribuire al finanziamento di una muraglia a Porto Marghera. L’obiettivo era quello di contenere la contaminazione delle falde acquifere e preservare la laguna. Tuttavia, la conclusione del processo portò a un esito controverso, poiché lo Stato iniziò a richiedere danni non solo alle aziende inquinanti, ma anche ai proprietari di terreni a Porto Marghera che intraprendevano nuove attività.”
“La questione si concluse con una soluzione incompleta e la muraglia rimane ancora da completare.”
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