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Francesco Noce: medicina di gruppo integrata

Medici si mettono assieme per offrire maggior servizio e un più alto livello di prevenzione, spiega il Dr. Francesco Noce

Il conduttore continua ponendo un quesito al Dr. Francesco Noce. Chiese se, questi medici che escono dall’isolamento individuale e si mettono assieme per offrire maggior servizio e un più alto livello di prevenzione solleveranno dei problemi ai quali bisognerà rispondere nel futuro. GUARDA ANCHE: Francesco Noce: i problemi burocratici dei medici

Francesco Noce, Federazione Regionale OMCeO

“Allora, cominciamo nel dire che circa il 50% di medici del Veneto lavora ancora singolarmente; al massimo in rete. Ma lavora in un ambulatorio da solo, quindi senza personale. Né infermieristico, né di segreteria: senza supporto, quindi, di personale.

Le devo dire una cosa, come si è sviluppata anche. Perchè in un certo periodo c’è stata un’attenzione molto ospedalocentrica nella nostra nazione. Poi c’è stato, nel corso degli ultimi circa 9 anni un depauperamento di circa 30mila miliardi della sanità, per cui la sanità è stata un pò messa da parte.

Cosa era stato fatto in Veneto

Però nel Veneto, era stata fatta, secondo me, una cosa molto interessante e molto bella: cioè la creazione delle medicine di gruppo integrate. Pensi che, nella programmazione, tutti i medici di medicina generale del Veneto ed anche i pediatri, di libera scelta, dovevano essere dentro medicina di gruppo integrata entro l’anno 2013. Siamo nel 2022. Perchè si è interrotto questo processo? Perchè vi fu una risoluzione della Corte dei conti che disse che la medicina di gruppo integrata aveva dei costi elevati che le altre regioni non avrebbero potuto permettersi. La stessa Corte dei conti che, poco tempo fa, durante la pandemia, ha detto che si spendeva troppo poco per la medicina del territorio, quindi contraddicendo sé stessa.

A parte il fatto che, la Corte dei conti esiste solo in Italia, mi pare, quindi in nessun’altra parte del mondo esiste una Corte dei conti. Ma, a parte questo, devo dire che la medicina di gruppo integrate, la dove sono state costituite, con:

  • un’apertura degli ambulatori per 12 ore al giorno
  • il supporto sia di personale infermieristico, che di segreteria

Hanno avuto moltissimo gradimento tra la popolazione. Intanto perchè veniva rispettata la scelta del medico da parte del cittadino; il cittadino si rivolgeva al proprio medio curante nelle ore del suo ambulatorio. Se poi aveva bisogno di un’urgenza, di una pratica urgente o cose del genere, comunque, in quello studio trovava sempre un medico.

Ma c’era anche un altro vantaggio nelle medicine di gruppo integrate del Veneto. Consentiva la prossimità delle cure. Perchè, in genere, erano composte da una media di 7/10 medici, ma, alcuni di questi, se non la maggior parte, avevano anche un ambulatorio periferico: nelle frazioni. Sono stati mantenuti, a spese ovviamente del medico. Questo ha consentito la prossimità.

Importanza ambulatori periferici

Lei faccia presente che; molte zone del Veneto, hanno un territorio molto sparso, molto vasto, scarsamente abitato. Dove risiede una popolazione per lo più anziana. Che farebbe fatica a spostarsi da una parte all’altra; perchè le medicine di gruppo sono in un’unica sede centrale.

Quindi l’importanza di mantenere degli ambulatori periferici nelle frazioni, ha consentito anche una medicina di prossimità per tutte quelle persone che per motivi: sia dal punto di vista fisico, che per motivi di trasporto, non riuscivano ad arrivare al luogo centrale della medicina di gruppo. Vedremo con le case di comunità come sarà il proseguio”.

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