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Filippo Turetta ammette l’omicidio di Giulia e piange

Filippo Turetta a colloquio con il Gip di Venezia. Avrebbe cercato di uccidersi, senza averne avuto il coraggio.

Filippo  Turetta rientrato in Italia ha pianto davanti al magistrato, poi ha parlato con il suo legale, Giovanni Caruso per due ore.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere

Filippo Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip di Venezia, Benedetta Litolo, durante l’interrogatorio avvenuto oggi, a Verona nel carcere di Montorio. Ma ha rilasciato le stesse dichiarazioni spontanee, pronunciate davanti alla polizia tedesca.

Ossia ha dichiarato di aver ucciso Giulia Cecchettin e nei giorni in cui ha vagato fino alla Germania, avrebbe cercato di uccidersi, senza averne avuto il coraggio. Ha poi pianto davanti al magistrato. Il colloquio è durato trenta minuti, dalle 10 alle 10.30, poi ha parlato con il suo legale, Giovanni Caruso per due ore.

L’avvocato ha dichiarato già nell’incontro avuto con Turetta lunedì, la strategia. Non chiederanno gli arresti domiciliari e cercheranno di evitare l’accusa della premeditazione, per evitare l’ergastolo.

Filippo Turetta, che succede senza ergastolo?

Senza la sentenza del carcere a vita, Turetta potrebbe uscire, dopo 12 anni di reclusione. Dovrà spiegare però, perchè aveva con se 300 euro, perchè aveva comprato del nastro adesivo, perchè portava con se dei sacchi neri e visionato in rete vari percorsi in montagna. Gli investigatori stanno cercando il pc ed il cellulare di Giulia, che potrebbe fornire ulteriori elementi, anche per capire, come sostiene il legale della sorella di Giulia, Nicodemo Gentile, che Turetta ha compiuto stalking con chiamate e messaggi, inconsueti e costanti. Un reato che potrebbe aggiungersi, all’omicidio volontario, il sequestro di persona e forse alla premeditazione ed all’occultamento di cadavere.

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