La Voce della Città Metropolitana

Cozza Mitilla: allarme degli allevatori. Parla Lorenzo Busetto

Finita la campagna elettorale ora i problemi tornano dirompenti per l'amministrazione comunale. A Pellestrina ad esempio i pescatori fanno i conti con una stagione ormai persa e non soltanto per l'emergenza Covid. Ne parliamo con Lorenzo Busetto, inventore della cozza vip

Cozze, tutto il mondo della pesca ha vissuto un periodo difficile, come tutto il mondo dell’agriturismo e dell’agroalimentare, proprio perché il Covid-19 ha frenato più o meno tutto ed è un settore di punta della nostra economia. Pellestrina in particolare ne ha sofferto e si aggiunge già a una catastrofe che è avvenuta con l’acqua granda nell’isola.  Sono circa 15 gli impianti in mare a tre miglia dalla costa che da metà agosto nella fase di raccolta della cozza Mitilla sono costretti a scartarne più della metà.

Le parole di Lorenzo Busetto

“Il nostro settore ne ha risentito moltissimo di questo Covid. Oltre all’acqua grande, che abbiamo avuto dei problemi all’allevamento che si è un pò distrutto con le grosse onde di quel giorno, poi è arrivato il Covid che ci ha dato un’altra dura lezione. La dura lezione perché sono slittati tutti i mercati, dal sud fino al nord, e quindi invece di partire ad aprile/maggio siamo partiti ad agosto con la vera vendita. Di conseguenza minori vendite, in più si è aggiunto il forte caldo. Il nostro lavoro è un pò come quello dei contadini, il prodotto deve essere raccolto quando è maturo, se aspetti di più la cozza Mitilla si stacca dalla rete, va in fondale e quindi è un prodotto perso.

Nel video si vede che stiamo raccogliendo le cozze in questo pergolaro, ad un certo punto si stacca perché la cozza non ha più la forza di rimanere attacca alla retina. Non ha la forza perché è talmente matura e grossa che il peso stesso la stacca. In più abbiamo avuto una grande annata di seme, che servirà per il prossimo anno, il quale portava tanto peso sopra le cozze e aiutava a sgranare e staccare la cozza matura. Le cozze che cadono in acqua, avendo un fondale di 16 metri, non sono più recuperabili. Questo perché una volta che la cozza si stacca dal pergolaro è perduta.

Cozza  Mitilla

Dodici mesi è il tempo che serve ad una cozza per diventare grande, mentre tre mesi sono nei quali si concentra la vendita. Noi in tre mesi dobbiamo vendere quello che alleviamo in un anno. Per fortuna con Mitilla abbiamo cambiato sistema di vendita e abbiamo un mercato a 360 giorni all’anno. Il nostro è un mercato di nicchia nel quale siamo riusciti a portare la cozza ad un alto livello.

Il nostro mese forte doveva essere ad agosto. Qualche allevamento in mare aperto ha avuto un problema di biotossine algali, un alga naturale un pò pericolosa, solitamente da problemi di dissenteria. Fortunatamente siamo ben monitorati e abbiamo deciso di sospendere, ancora prima che arrivasse l’alga la vendita di MItilla e così non abbiamo avuto nessun problema di ritiro di prodotto. Per fortuna per i ristoratori e per gli alberghi ad agosto c’è stato un bel fluire di turisti, sia per Pellestrina, ma anche per Caorle, Lido di Venezia e Chioggia.

Spero che quest’anno finisca presto per poi ripartire con un anno migliore. Ho visto che la differenza l’ha fatta la qualità. A parte il mese di agosto che è stata una mia scelta di fermarmi per non avere problemi di salute e contaminare qualcuno, ho deciso di sospendere la produzione anche perché faceva molto caldo e rischiavo di portare un prodotto che non era veramente al top. Ho fermato la produzione, anche se era il mese più produttivo, questo perché preferisco avere un prodotto di qualità.

La perdita

Nel mio settore i miei colleghi hanno perso, quasi tutti, dal 50 al 70% del prodotto. Per il prossimo anno ci sarà lo stesso qualche problema perché non potendo raccogliere il prodotto, non si è potuto raccogliere nemmeno il seme che è il frutto e il guadagno del prossimo anno. Di conseguenza bisognerà aspettarsi un amento dei prezzi. Ci stiamo muovendo per chiedere delle sovvenzioni, ma non è poi così semplice visto che di soldi ce ne sono pochi.

Anche sul fronte delle vongole a Pellestrina ci sono stati dei problemi, hanno avuto una moria. Ma oltre a questo, il grande problema è stato il mercato, questo perché se il mercato non richiede il prodotto perché non c’è affluenza di turismo, di conseguenza il prodotto non viene venduto. Diciamo che per questa stagione è andata male un pò a tutti coloro che fanno parte del mondo del pescato.”

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