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Granchio blu è un problema non solo per l’ambiente: parla Chinellato

Il professor Chinellato spiega come l'invasione del granchio blu sia un problema non solo sull'ambiente ma anche all'economia del territorio.

Paolo Dalla Vecchia: “Questo è comunque un granchio blu particolarmente devastante, perché le femmine depongono milioni di uova. Qual è la caratteristica appunto di questa specie così prolifica?”

Chinellato sul problema del granchio blu

Andrea Chinellato: “Allora, è una specie prolifera perché sostanzialmente è capace di ottimizzare tutto ciò che trova. E’ un predatore, è un carro armato, se vogliamo un po’ paragonare a qualcosa, perché è aggressivo. Sa sfruttare le risorse alimentari bene, quindi si nutre di pesci, di molluschi, di invertebrati. Quindi sa di fatto ottimizzare tutto quello che ha.

Ma tra le varie sue capacità è quella anche di gestire, di approfittare del fatto che non ha problemi legati alla temperatura e alla salinità. Quindi in condizioni di alte temperature, salinità molto alte che stiamo riscontrando sempre di più in queste estati molto calde. Lui prolifera senza problemi e questo è legato a una sua capacità di produrre moltissime uova.

Una femmina può produrre tranquillamente nel suo arco di vita anche più di 9 milioni di uova. È chiaro che ha una capacità di colonizzare elevata.”

Paolo Dalla Vecchia: “Abbiamo visto nel video all’inizio della puntata che questo granchio è temibilissimo. Perché con le proprie chele riesce a rompere i gusci che sono anche molto resistenti. Quindi diciamo, l’hai definito un carro armato, ma effettivamente, è molto forte granchio. E diciamo, qual è la differenza che state osservando tra la laguna della foce del Delta e la laguna di Venezia? Come come si sta evolvendo la situazione?”

Un problema per il territorio

Andrea Chinellato: “Parliamo sempre di dati iniziali, quindi monitoraggio. Sono in fase appunto di sviluppo, quindi è difficile attualmente trarre delle conclusioni. Certo è, parrebbe che la zona Delta del Po sia colonizzata maggiormente rispetto a quella della laguna di Venezia. Però ripetiamo, dobbiamo continuare con i monitoraggi e valutare quindi tutti gli enti di ricerca che sono attualmente coinvolti. Dalle università all’Ispra all’Arpav si stanno operando per analizzare al meglio questo questo fenomeno.

Un problema che non è solamente un fenomeno ambientale. Perché, parliamoci chiaramente, è un problema di natura ambientale perché va a intaccare quello che è la biodiversità delle lagune di Venezia e del letto del Po, ma anche una piaga sociale perché sta alterando quella che è l’economia di un territorio.”

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