Economia e società

Caldo: Coldiretti e l’SOS clima

Il caldo colpisce duramente il rendimento delle colture e degli allevamenti. Le vacche sono stressate e si stima una riduzione del 10% del latte. In crisi anche la produzione di grano, frutta e verdura.

I cambiamenti climatici sconvolgono le campagne venete dove si registrano i tagli alla produzione. Nonostante le docce e i ventilatori installati dagli allevatori, il grande caldo assedia le stalle dove le vacche, stressate dalle alte temperature, danno meno latte.

Il caldo e la situazione delle colture

La percentuale stimata di latte è del -10% così come per il grano le cui rese sono ai minimi storici (20-22 euro al quintale). Le lagune polesane, dove si allevano cozze e vongole, sono in sofferenza per la presenza di alghe e per il granchio blu. Ai confini regionali con l’Emilia Romagna le alte temperature stanno ustionando la frutta e la verdura provocando scottature e deformazioni ai prodotti.

2023: un anno anomalo

Le attività di raccolta nei campi sono sospese nelle ore più bollenti per tutelare i lavoratori. A livello regionale, sono state attivate forme contrattuali elastiche che scattano in automatico in base all’allerta meteo. L’ondata di calore africana – sottolinea la Coldiretti – è la punta dell’iceberg delle anomalie di questo 2023. Un anno segnato prima da una grave siccità, che ha compromesso le coltivazioni in campo, e poi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi. Precipitazioni abbondanti, basse temperature ed infine caldo torrido di luglio con danni all’agricoltura e alle infrastrutture rurali. Si stima che tali danni supereranno i 6 miliardi dello scorso anno, dei quali oltre 1 miliardo solo per l’alluvione in Romagna.

Caldo e cambiamenti climatici

Il quadro è stato presentato oggi a Roma in occasione dell’Assemblea nazionale di Coldiretti. Hanno partecipato i sette presidenti provinciali del Veneto con il direttore Marina Montedoro. “L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. “I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

la necessità di innovazione

Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare le innovazioni: dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm. A questa la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte. Stiamo già lavorando per migliorare la sostenibilità attraverso le nuove tecnologie. Queste consentono un risparmio di acqua anche del 30% rispetto al passato ma per l’adattamento climatico – conclude Prandini – è fondamentale aumentare gli investimenti nell’innovazione e nell’agricoltura di precisione, anche attraverso risorse PNRR”.

E’ cresciuto del 31% in un anno il fatturato dell’agricoltura 4.0. Questa supera i 2 miliardi di euro di investimenti per salvare i raccolti anche contro gli effetti del meteo pazzo fra siccità e maltempo. Ce lo dicono le elaborazioni Coldiretti su dati Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano.

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