Cultura e SpettacoloItinerari a Venezia

Alla scoperta della terra di Pramaggiore, il vigneto della Serenissima

Mostra Nazionale Campionaria del Vino 2021, 10mila bottiglie da 20 regioni italiane. Vince il Concorso un Amarone della Valpolicella

A Pramaggiore la storia della comunità e le vicende della viticoltura sono, da oltre duemila anni, fortemente intrecciate. La celebre “Doc” prende il nome dal borgo romano di Lison e dal paese di Pramaggiore a testimonianza che la coltivazione locale della vite era già viva all’epoca dei romani.

Da 75 anni a Pramaggiore si organizza la Mostra Nazionale dei Vini, un evento fieristico enologico capace di attrarre appassionati del vino e produttori da tutta Italia.  Malgrado la pandemia il Concorso è stato organizzato anche quest’anno. A vincere il premio più ambito, il Leone d’Oro, per il 2021 è l’Amarone della Valpolicella D.O.C.G. Classico “Gaso” 2013 SAN RUSTICO VALGATARA

Pramaggiore

L’area DOC Lison-Pramaggiore, situata nella pianura a pochi chilometri dal litorale veneziano, fra i fiumi Tagliamento e Livenza, è da sempre testimone della coltivazione della vite a garanzia della tipicità e della peculiarità dei vini del territorio. Il clima dell’area è definito “temperato” grazie alla vicinanza del mare, alla presenza di aree lagunari e alla giacitura pianeggiante che favorisce l’esposizione dei vigneti ai venti della zona.

I suoli dell’area sono caratterizzati dalla presenza di alti contenuti di elementi minerali soprattutto “caranto” (carbonato di calcio), potassio, calcio e magnesio, da un’equilibrata dotazione di sostanza organica e da una buona capacità di riserva idrica. Questi fattori danno vita a vini di ottima struttura, buon equilibrio acido, profumi intensi di frutta fresca e spiccata personalità. La Denominazione prende il nome dal borgo romano di Lison e dal paese di Pramaggiore a testimonianza che la coltivazione locale della vite era già viva all’epoca dei romani.

La Storia

Nel Museo Nazionale di Portogruaro sono conservati numerosi contenitori di origine romana utilizzati proprio per la trasformazione e la conservazione del vino. Tuttavia è solo con l’avvento dei monaci benedettini nel XII secolo d.C., che la zona scopre lo sviluppo di una viticoltura razionale. La coltivazione della vite ebbe un importante sviluppo ai tempi della Repubblica Veneziana quando Pramaggiore con il borgo di Belfiore fu considerata il Vigneto della Serenissima.

Negli ultimi cinquant’anni si è sviluppata una viticoltura altamente specializzata e professionale grazie ai produttori delle aziende di maggiori dimensioni e prestigio, che hanno abbandonato la viticoltura promiscua dei filari fra gli appezzamenti, a favore della coltivazione in vigneti specializzati anche al fine di migliorare gli aspetti qualitativi delle produzioni.

Tale professionalità dei produttori ha permesso di sviluppare, grazie anche ai risultati della zonazione dell’area DOC e alla collaborazione con l’università, dei protocolli di vinificazione specifici per le varietà autoctone Refosco e Lison, in modo da esaltare le caratteristiche organolettiche e legarle indissolubilmente al territorio di produzione.

L’evoluzione storica e la qualificazione della viticoltura nell’area hanno permesso, già nel 1971, di riconoscere la Denominazione Lison per tutelare il Tocai di Lison e successivamente la Denominazione Pramaggiore per tutelare il Merlot e Cabernet della zona. Nel 1974 le due Denominazioni vennero fuse nella DOC Lison-Pramaggiore. Dal 1947 è organizzata la Mostra Nazionale vini la “Fiera Campionaria dei Vini” – diventata dal 1961 il “Concorso Enologico Nazionale” – a Pramaggiore, presso la testimonianza dello storico e profondo legame del territorio con il mondo del vino.

Oggi la DOC Lison-Pramaggiore grazie anche alla promozione della Strada Vini della DOC, è tra le realtà più importanti e vive del Veneto Orientale con vini che valorizzano i territori di produzione.

Il territorio

Tracce di Venezia e della Repubblica Serenissima, però, non si trovano solo per la tradizione vitivinicola ma anche per la presenza di borghi come quelli del Mulino di Belfiore, piccolo borgo rurale a due passi da Pramaggiore. La parte dominante e storica è costituita dal complesso architettonico di Villa Dalla Pasqua, sulla riva destra del fiume Loncon, che attraversa l’intero abitato di Belfiore.

L’edificio è al centro di un parco con alberi secolari di gelso, utile un tempo per la coltivazione dei bachi da seta, di alti frassini e di querce molto antiche. Questo complesso, caratterizzato da una particolare configurazione planimetrica a ‘corte chiusa’ di tipo difensivo, è uno degli edifici più antichi, ubicato nella parte ad ovest chiamato la ‘Castellina’ e risale presumibilmente al secolo XV.

La villa fu dei Dalla Pasqua poi Venier, oggi proprietà dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia di Venezia. Adiacente ad essa, troviamo il mulino, sede del Museo Etnografico della Civiltà Contadina.  All’interno del museo si possono osservare la sala macine, gli strumenti di lavoro e oggetti utili a diverse attività. Si è voluto così ricostruire la storia agricola-economica del nostro territorio.

Il mulino era già attivo nel corso del XV secolo nel contesto della giurisdizione dei signori della Fratina. All’ interno rimane traccia di uno stemma della famiglia veneziana Grimani che dagli inizi del Seicento era proprietaria della costruzione. Il mulino restò attivo fino alla fine degli anni ‘40 gestito dalla famiglia Dalla Pasqua. Un esponente della famiglia Venier ereditò negli anni ’60 l’intera proprietà dai Dalla Pasqua, il quale, a sua volta la cedette al comune di Pramaggiore nel 1995.

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