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Aldo e Dino Ballarin: campioni per sempre

Quella del grande Torino che si schiantò contro la basilica di Superga fu una tragedia che scosse l'Italia del dopoguerra. Anche il Veneto pagò un caro prezzo, nell'incidente morirono infatti i due fratelli Aldo e Dino Ballarin. Oggi la loro città natale Chioggia li ricorda con una mostra permanente

I giornali dell’epoca raccontano il pianto dell’Italia intera per quell’immensa tragedia, e poi ci sono le maglie, i palloni, tante foto, a mostrarci quei calciatori belli e giovani per sempre. I fratelli Aldo e Dino Ballarin, giocavano nel Grande Torino che venne spazzato via nello schianto contro la Basilica di Superga, il 4 maggio 1949.

Per ricordare questi due campioni, la loro città Natale, Chioggia, con il fondamentale apporto dei nipoti, ha allestito una sala espositiva all’interno del Museo Civico della Laguna Sud “San Francesco fuori le mura”.

Il commento di Elena Zennaro

Queste le parole di Elena Zennaro, Assessore alla Cultura del comune di Chioggia. “Oggi siamo qui grazie alla ferma determinazione della famiglia, dei nipoti dei signori Ballarin. In particolare Nicoletta Perini, dopo una visita al museo che raccoglieva ciò che era rimasto del nonno e dello zio, ha voluto giustamente ricordarli e tenere in vita la loro memoria.

Negli anni sono stati scritti dei libri. Siamo arrivati a questa bellissima mostra che raccoglie la storia dei nostri due illustri concittadini e del Grande Torino. Venendo a Chioggia potrete vedere tanto del calcio: i palloni, le scarpe, ma anche la storia. Tutto quello che è successo. Dalla nascita di Aldo e Dino, fino purtroppo, al tragico evento del 1949”.

Aldo e Dino Ballarin

Come ricordava l’assessore, succede il 4 maggio del 1949. La squadra Grande Torino sta tornando dal Portogallo, per un’amichevole con il Benfica. È una giornata plumbea su Torino e purtroppo l’aereo si schianta contro la Basilica su Superga. Nessun superstite, 31 i morti e tra questi Aldo e Dino Ballarin.

L’intervento di Nicoletta Perini

È un momento emozionante perché sono qui con Nicoletta Perini. Ha un nome importante, un cognome importante, perché è la figlia di una delle figlie di uno dei due fratelli Ballarin. Chi vuoi raccontare brevemente la tua storia?

“Sì. Innanzitutto sono Nicoletta e sono la nipote di Dino Ballarin. Mia mamma all’epoca, purtroppo aveva solo 6 mesi e quindi non ha assolutamente nessun ricordo del papà. La moglie di Dino, mia nonna, mi ha sempre raccontato del marito e di quanto fosse legata a lui, sia come marito sia come calciatore, del Grande Torino, della squadra e di come fossero uniti tra di loro i calciatori.

Erano una grande famiglia sia in campo, sia fuori dal campo. Mia nonna ha avuto la costanza di mettere da parte tutti gli indumenti, gli articoli di giornale, tutto quello che poteva ricordare il marito. Quando poi ha capito che io, grazie anche a mio marito Davide, ci siamo appassionati alla storia di mio nonno, ci ha raccontato tutto e ci ha dato tutto questo materiale, che gran parte vedete all’interno della mostra”.

Il commento di Aldo Cappon

Aldo Cappon, questo nome vi dovrebbe dire qualcosa perché Aldo era il nome del nonno Aldo Ballarin, morto anche lui nell’incidente si Superga. La mamma Maria Pia avrà raccontato  un po’ di quello che era successo. Che ricordi hai di famiglia? Se ne parlava tanto? Raccontaci quello che in famiglia si diceva di questo nonno importante.

“Più che mia mamma, che quando è successa la tragedia aveva due anni, a me a raccontato tutto quello che sapeva mia nonna. Adesso è mancata però ha saltato una generazione. Non ha raccontato tanto ai figli probabilmente anche per il trauma dell’incidente. Con i nipoti però, io in particolare che son stato il primo genito, mi ha raccontato tutta la storia di suo marito, della squadra, del grande Torino.

Io non ho mai avuto dubbi su cosa tifare, son sempre stato tifoso granata fino da piccolo e fa piacere quando vengono fatte queste iniziative alle quali mi sono prestato anche io volentieri per il ricordo. Anche se passano gli anni è sempre vivo.”

Un grande ricordo in nome di Aldo e Dino Ballarin, illustri cittadini della città di Chioggia.

Commuove la frase di Indro Montanelli perfetta per questa mostra: “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è mai morto: è soltanto in “trasferta”.

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