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Vigonza, la cooperativa degli schiavi sequestrata

Una rete clandestina sfruttava 10 migranti africani a Vigonza, privandoli di dignità, retribuzione e assistenza medica, scatenando indagini e richieste di intervento urgente

La denuncia di sfruttamento e violazione dei diritti umani ha gettato luce su una rete clandestina. Era operante nel comune di Vigonza, dove 10 cittadini stranieri provenienti da diverse nazioni africane sono stati soggiogati in un regime disumano e privi di dignità.

Sfruttamento e violazione dei diritti umani, la tragica realtà dei lavoratori migranti a Vigonza

Questi lavoratori, provenienti da Mali, Burkina Faso, Senegal, Costa d’Avorio e Guinea, si sono trovati a lavorare senza scarpe, in alloggi degradanti e con scarse provviste di cibo e vestiario. Ancora più allarmante, erano sottoposti a un regime di lavoro forzato, senza ricevere retribuzione e senza accesso a cure mediche adeguate.

La squadra mobile, agendo su segnalazioni e sospetti, ha eseguito una perquisizione nell’abitazione di un tunisino irregolare, scoprendo così la trama di sfruttamento orchestrata dalla cooperativa. Nonostante il tunisino fosse stato espulso nel 2019, era rientrato illegalmente in Italia. Poi aveva trovato impiego nella cooperativa, che sfruttava la manodopera degli immigrati senza alcun permesso di soggiorno.

Questo fatto ha avviato un’indagine che ha portato all’identificazione del legale rappresentante della cooperativa, un uomo di 48 anni, ora indagato per caporalato, estorsione e violazioni delle leggi sull’immigrazione.

La scoperta della rete di sfruttamento e le sue implicazioni socio-legali

Il lavoro cui erano costretti i migranti era estenuante: dovevano assemblare e etichettare prodotti, spesso utilizzando macchinari pericolosi senza alcuna protezione. Le condizioni di vita non erano dignitose, con alloggi in pessime condizioni e un accesso limitato al cibo e ai servizi igienici.

Gli agenti di polizia hanno descritto la situazione come un vero e proprio inferno nascosto nel cuore del comune. Dopo aver perquisito i locali della cooperativa, le autorità hanno dovuto confrontarsi con la visione di migranti. Questi erano ridotti a vivere in condizioni disumane, privi di ogni diritto e sfruttati per il profitto di pochi senza scrupoli.

La scoperta di questa rete di sfruttamento ha scosso la comunità locale. Ma ha anche sollevato interrogativi sull’efficacia delle leggi e delle politiche sull’immigrazione e sul lavoro. È chiaro che ci sia bisogno di un intervento urgente per proteggere i diritti dei lavoratori migranti e per combattere il caporalato e lo sfruttamento lavorativo.

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