La Voce della Città Metropolitana

Paola Mar: Venezia ospita il “Bauhaus dei mari”

Ha preso il via questa mattina all’Arsenale di Venezia il “Bauhaus dei mari”, la due giorni internazionale co-organizzata dal Comune di Venezia e dall’Università Ca’ Foscari Venezia che riunisce in città ministri, istituzioni e creativi per progettare futuri modi di vivere insieme in modo sostenibile. Ne abbiamo parlato con Paola Mar assessore per i rapporti con l'Università

Siamo qui oggi in collegamento con Paola Mar, l’assessore del Comune di Venezia con l’importantissima delega per le relazioni con le Università. Il perché di questa importanza ce lo spiegherà oggi. Venezia infatti si è candidata come sede del New European Bauhaus. Si tratta cioè di un visionario progetto della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. Con esso si punterebbe a ricostruire in epoca post-pandemica le città in chiave di maggiore sostenibilità e di rinnovata bellezza. Questo sulle orme del genio di Bauhaus, che dopo la prima guerra mondiale inaugura un progetto avveniristico di unione di arte e design.

Paola, cosa ci sai dire a riguardo?

“La nostra candidatura nasce dalle sollecitazioni di cui hai appena fatto menzione, ma allo stesso tempo anche dal corpo stesso della città, in particolare nel rapporto con le università. Queste sono infatti i nostri punti di riferimento assoluti se si parla di nascita e sviluppo di pensieri, idee, innovazione. Alla luce di tutto questo, abbiamo trovato interessante poterci mettere in comunicazione con altre città europee e con le strutture universitarie. Lunedì interverrà infatti il Ministro dell’Università, Maria Cristina Messa, e con lei anche i rettori degli altri atenei d’Italia. La scelta ci è sembrata del tutto ragionevole, visto come ormai la nostra città è centrata sui temi di cui hai già parlato prima. È un laboratorio, e di fondamentale importanza tanto per l’Italia quanto per l’Europa”, ha detto l’assessore Paola Mar.

Proviamo a fare un piccolo riassunto di come si sono create le condizioni per un progetto come questo. Dopo il lockdown ci siamo trovati ad abitare in città più povere e con una domanda di risorse energetiche molto più alta causa la ripresa delle attività produttive. A ciò va aggiunta la crisi climatica già in atto da anni provocata da uno sfruttamento delle risorse indiscriminato. È per questo che alcune delle figure istituzionali più di spicco si stanno muovendo alla ricerca di visionari capaci di rifondare una nuova civiltà da queste macerie.

Il messaggio lanciato è stato infatti proprio questo: “Tutto ciò che è impossibile, si può fare”. Che linee pensa che seguirà questa rifondazione urbana?

“Abbiamo chiamato il nostro progetto Bauhaus of the Sea, perché parte dal presupposto che il mare, come storicamente lo è già stato, sarà anche in futuro luogo privilegiato di interscambio. Commerciale, economico, ma anche politico e diplomatico. L’obiettivo è allora di riprogettare secondo una visione davvero proiettata nel futuro, perché prende le mosse da una situazione di emergenza che nessuno si aspettava.

Certo, la sfida della sostenibilità, dell’innovazione e tante altre erano già esistenti prima della pandemia, che però ne ha acuito il bisogno come mai prima d’ora. Quello che però forse avevamo perso di vista, e che occorre ritrovare, è quel modo di vivere e stare insieme non staccato da quello che circonda l’essere umano. L’abitazione, la città, e più in grande anche l’ambiente. Come dicevo prima però, serve visione”, ha detto l’assessore Paola Mar.

Come facciamo però a reclutare questi visionari? Dove potrebbe essere questa sede? E secondo che criteri e modalità questi saranno selezionati?

“Va ricordato innanzitutto che tutto ciò è fatto con l’università, parliamo di Ca’ Foscari, che ne è l’organizzatore, della IUAV,  dell’Accademia delle Belle Arti, della Venice International University e del Conservatorio. Quindi, dobbiamo e vogliamo incentivare i rapporti con le università e riuscire in qualche modo a “trattenere” i nostri cervelli. Questo credo faccia parte del piano strategico che ogni rettore fa nel momento in cui si insedia.

L’obbiettivo è, e credo sia noto, quello di trattenere i nostri giovani dando loro una formazione sempre più internazionale, aperta al mondo, incentivando gli scambi. Non possiamo stare chiusi in noi stessi, dobbiamo pensare di essere cittadini del mondo. Solo così, con la rete che verrà a crearsi, potremmo guardare oltre.”

Quindi non sarebbe solo Venezia ad ospitare la sede del Bauhaus, ma ce ne sarebbe una in tutte le capitali europee?

“No, in questo momento stiamo cerchiamo di fare rete tra le città europee. Stiamo lavorando con Lisbona e con alcune città dell’Olanda e della Svezia, per far sì che il mare -l’affaccio al mare è sempre stato importante- un tempo punto di scambio, acquisisca un nuovo significato da tutti punti di vista: ambientale, architettonico, ecologico, dell’innovazione. Confrontandoci possiamo crescere, rimanendo chiusi non possiamo farlo.”

Approfondiamo un po’ gli step del progetto: von der Leyen ha lanciato questa idea, Venezia l’ha raccolta e si è incaricata di fare la sede. Ma cosa farà la sede? Ci sono delle date, si farà un concorso di idee?

“Sì, questa è la prima fase, una sorta di preselezione in cui si porta tutto ciò che si sta facendo in città, alla luce di quei quattro fari che abbiamo citato in precedenza. Nel momento in cui si viene selezionati, si avrà accesso ai finanziamenti stanziati dalla comunità europea al fine di sviluppare questi quattro obbiettivi: innovazione, tecnologia, cultura, sostenibilità.”

Questi finanziamenti saranno gestiti dalle università o saranno dati direttamente alle startup?

“I finanziamenti saranno gestiti di comune accordo a seconda del ramo che andranno a finanziare. Una sorta di PNRR legato al concetto visionario del Bauhaus.”

Ci sono già delle idee che sono emerse in questo, chiamiamolo così, nuovo umanesimo post-covid?

“Sì, ora parliamo di idee che sono già state di sviluppate, quindi per le quali dovremmo venire selezionati. Porteremo ad esempio il progetto “Venesia”, fatto con l’università per la sostenibilità della città. Una volta selezionati, ci sarà la possibilità di sviluppare nuovi progetti. Avremmo uno speech di Michele De Luchi, l’architetto che ha progettato e inserito le sue opere all’interno del padiglione Venezia, e che ragiona sui nuovi modi di abitare la città. Ora siamo in fase di preselezione, durante la quale porteremo tutti i progetti che abbiamo già fatto, ossia: la gestione degli eventi, come affronteremo l’agenda ’20-’30, come portare avanti le startup.”

L’UE ha quindi accettato che Venezia sia la sede di questo New European Bauhaus?

“Questo è un passo che deve ancora avvenire: per ora noi ci candidiamo, nella speranza di essere selezionati”, ha detto l’assessore Paola Mar.

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