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Veneto, Bottacin: “Nel 2030 stop alle discariche”

Il Veneto si distingue nel 2023 per la gestione rifiuti, conquistando la leadership europea nella raccolta differenziata. Obiettivo 2030: eliminare discariche con termovalorizzatori

Il 2023 è stato l’anno del nuovo piano di gestione dei rifiuti nel Veneto che ha visto la Regione conquistare il podio in Europa per raccolta differenziata. Entro il 2030 Palazzo Balbi si propone di eliminare completamente le discariche usando i soli termovalorizzatori di Mestre, Schio e Padova.

Obiettivo 2030: eliminare le discariche con termovalorizzatori

Traccia un bilancio, guardando al 2024, l’assessore regionale all’ambiente e alla difesa del suolo, Gianpaolo Bottacin. “È stato l’anno di prima applicazione del nuovo piano gestione dei rifiuti del Veneto. Siamo la migliore Regione a livello europeo come raccolta differenziata però, con il nostro piano, ancora più ambizioso l’obiettivo è quello di arrivare nel 2030 all’eliminazione totale del ricorso alla discarica utilizzando semplicemente tre impianti esistenti di termovalorizzazione di Mestre, Schio e Padova. Questo ci porta ai vertici internazionali ancora una volta.”

Impegno nel 2024 per il piano rifiuti e per le opere di difesa del suolo

“Un piano che ha ricevuto il plauso anche dal Presidente di Legambiente nazionale Stefano Ciafani. Questo ci fa ben sperare. Ci sarà un 2024 ancora che ci vedrà impegnati in maniera importante sia sulla realizzazione del piano rifiuti sia su ulteriori opere di difesa del suolo importanti. In modo particolare partiremo con l’intervento a Pra De Gai, tanto atteso e importante. Quindi si continuerà nell’opera di prevenzione che risulta assolutamente fondamentale per il nostro territorio.”

Grandinate e bombe d’acqua mettono a dura prova il Veneto

Proprio la difesa del suolo del territorio delle abitazioni è stata dura nel 2023. Basti pensare alle grandinate che hanno flagellato la regione e in particolare il miranese e la riviera del Brenta e poi alle bombe d’acqua tra ottobre e novembre.

Giampaolo Bottacin: “Il 2023 è stato un anno impegnativo. 8 stati di crisi dichiarati dal Presidente della Regionale Zaia. Uno stato di emergenza riconosciuto a livello nazionale. Abbiamo avuto, soprattutto nei mesi estivi, un particolare accadimento da parte del meteo con le forti grandinate che hanno investito in modo particolare la pianura del Veneto.”

“Poi, quando si interviene dopo l’emergenza, si parla sempre della prevenzione. Mi riferisco ai bacini di laminazione che sono stati assolutamente fondamentali anche nell’ultimo evento, quello che c’è stato a cavallo tra ottobre e novembre, dove sono stati utilizzati in modo particolare quello di Caldogno che ha preservato la città di Vicenza, quello di Montebello e quello del Muson dei sassi, terminato proprio nel 2023, che ha consentito per ben due volte nell’arco di dieci giorni di salvare Castelfranco Veneto dall’allagamento.”

Protezione Civile veneta: interventi nazionali e internazionali

Quello che forse non tutti sanno è che la Protezione Civile della regione è accorsa dove l’emergenza richiedeva uomini e mezzi, anche all’estero. Si è recata in Romagna, in Toscana e poi in Turchia e in Slovenia.

Giampaolo Bottacin: “È stato anche un anno in cui siamo intervenuti con il nostro sistema di Protezione Civile anche a di fuori dei confini del Veneto. Siamo stati prima in Romagna a seguito dell’alluvione dove abbiamo aiutato sei Comuni con i nostri volontari della Protezione Civile. Poi siamo stati in Toscana. Siamo stati in Turchia a seguito del terremoto. Siamo stati anche in Slovenia dopo l’alluvione dove la Protezione Civile del Veneto ha montato tre ponti che ci erano stati richiesti da quel territorio. Quindi un ringraziamento alle 523 organizzazioni di Protezione Civile che abbiamo in Veneto.”

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