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Veneto, autonomia: ora Zaia si propone come esempio

La sentenza della Consulta sull’autonomia differenziata riaccende il dibattito politico in Veneto, tra proposte della maggioranza e critiche delle opposizioni sul futuro della riforma

Stop al referendum sull’autonomia, il Veneto guarda avanti tra polemiche e proposte.

un nuovo capitolo per l’autonomia veneta

La decisione della Corte Costituzionale di dichiarare inammissibile il referendum sull’Autonomia differenziata ha scosso il dibattito politico in Veneto, ponendo nuovi interrogativi e riaccendendo le polemiche. Al centro, il presidente della Regione, Luca Zaia, che ha accolto la sentenza come un punto di svolta, rilanciando l’impegno per definire le prime funzioni in materia di protezione civile.

Zaia, ricordando che il Veneto è stata l’unica regione a costituirsi contro il referendum, ha dichiarato conclusa la partita referendaria. Ora, secondo il governatore, è tempo di lavorare serenamente e con uno spirito di dialogo, includendo anche le opposizioni. La protezione civile, ha sottolineato, sarà il primo banco di prova per dimostrare concretamente i benefici dell’autonomia.

Una maggioranza compatta

La maggioranza regionale, rappresentata in primis dalla Lega, ha accolto con entusiasmo la decisione della Consulta. Sonia Brescacin e Marco Zecchinato, esponenti di spicco del partito, hanno ribadito il valore costituzionale della legge Calderoli e l’importanza di continuare il percorso autonomista. “I veneti hanno espresso chiaramente la loro volontà già nel 2017”, ha ricordato Zecchinato, sottolineando la compattezza del fronte leghista.

Ma le opposizioni non fanno sconti. La capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani, ha chiesto a Zaia di riferire in aula, accusandolo di portare avanti un progetto ormai “smantellato” dalle sentenze della Corte Costituzionale. Secondo Camani, il dialogo deve ripartire dalle indicazioni chiare della Consulta, superando le “favole” raccontate ai veneti.

Le opposizioni all’attacco

Anche Erika Baldin del Movimento 5 Stelle ha criticato l’impianto originario della legge Calderoli, definendolo una “scatola vuota” incapace di garantire equità e risorse ai territori. Tuttavia, la consigliera ha auspicato che la sentenza riapra uno spazio per migliorare il progetto.

Nel frattempo, Elisa Venturini di Forza Italia ha espresso soddisfazione per la sentenza, invitando a proseguire con decisione. “Avvicinare il centro decisionale ai cittadini porta vantaggi concreti”, ha dichiarato, ribadendo il ruolo del suo partito nel promuovere il referendum del 2017.

Mentre i riflettori restano accesi sull’autonomia, il futuro della riforma sembra legato a un equilibrio complesso tra spinte regionaliste, dialogo parlamentare e il rispetto delle indicazioni costituzionali.

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