Servono misure urgenti
L’episodio, avvenuto nella notte, ha suscitato la reazione della consigliera regionale del Partito Democratico, Francesca Zottis, che ha espresso solidarietà al medico aggredito, ma ha anche denunciato la mancanza di misure adeguate per arginare il fenomeno.
“La solidarietà istituzionale non basta: è necessario un intervento concreto per tutelare i professionisti della sanità, vittime di aggressioni in continuo aumento,” ha dichiarato Zottis. Secondo i dati più recenti diffusi da AMSI, UMEM e Uniti per Unire, nel 2024 le aggressioni al personale sanitario in Veneto sono aumentate del 17%.
“Nonostante questo, dalla Regione non è arrivato alcun provvedimento significativo, se non qualche investimento isolato in telecamere e formazione,” ha aggiunto la consigliera, chiedendo misure strutturali per prevenire le violenze e garantire maggiore sicurezza nei luoghi più a rischio.
Pene più dure per chi attacca i medici
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha condannato con fermezza l’accaduto, definendolo “scandaloso” e ribadendo la necessità di punizioni più severe per chi aggredisce il personale sanitario. “Non possiamo accettare che qualcuno entri negli ospedali per interrompere il servizio e mettere a repentaglio la sicurezza di medici e infermieri. Bisogna inasprire le pene per i responsabili di queste violenze”, ha dichiarato Zaia.
Pur riconoscendo la necessità di rafforzare la vigilanza, il governatore ha sottolineato l’importanza di mantenere gli ospedali accessibili ai cittadini: “Non possiamo trasformarli in caserme, perché ciò comprometterebbe i servizi offerti alla comunità”.
L’episodio di Portogruaro evidenzia l’urgenza di un piano coordinato tra Regione e Governo per garantire un ambiente di lavoro sicuro per il personale sanitario, sempre più esposto a episodi di violenza. La richiesta di maggiori investimenti in prevenzione e vigilanza si fa dunque sempre più pressante.
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