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Tragedia a Mestre: 21 morti, è lutto regionale. Tutte le cause al vaglio

Queste sono le ore del lutto, della vicinanza ai parenti delle vittime e ai feriti. Ce ne sono alcuni che stanno lottando per vivere, per quella che ormai chiamano tutti la strage del cavalcavia

Questa è una di quelle giornate che vorremmo non vivere mai. All’indomani della più grande tragedia che il Veneto ha registrato nel terzo millennio, la regione si è svegliata nel lutto. Per tre giorni le sedi istituzionali terranno le bandiere a mezz’asta.

La tragedia

E oggi il Veneto si ferma per piangere le 21 vittime e i 15 feriti, molti giovanissimi rimasti intrappolati e precipitati nel bus navetta affidato alla società La linea da Actv, che doveva riportarli al loro campeggio. Il mezzo è volato per 15 metri dal cavalcavia che collega Marghera a Via della Libertà.

C’è un video che mostra la dinamica: il bus ha superato un pullman e poi ha sterzato sfondato un guard rail apparso di burro e d è caduto con il fianco finendo capovolto, accartocciato su se stesso e diventando una bara per 21 persone incluso l’autista.

Questi i fatti ormai noti che sono stati raccontati dai media di tutto il mondo, avvenuti poco prima delle 20 di martedì 3 ottobre, quella che è seguita dopo è stata una mobilitazione gigantesca di cui non tutti hanno capito la portata: 40 i mezzi che il Suem ha messo in strada per portare i feriti negli ospedali. E’ scattato il livello 3 del Peimaf Piano di emergenza Interno Massiccio Afflusso, mai applicato, che ha richiamato in servizio i medici anche degli ospedali di Treviso e Padova. In quest’ultimo è stata ricoverata una bambina di 4 anni gravemente ustionata.

I soccorsi

60 i vigili al lavoro per tutta la notte prima per estrarre i feriti, poi i corpi e poi per rimuovere il bus. In campo anche i mezzi della protezione civile e delle forze di polizia.

Zaia ha ringraziato stamane la catena di aiuti e di solidarietà scattata dalla tragedia e che ha continuato anche oggi con l’accoglienza dei famigliari. I turisti, tutti stranieri, stavano tornando al campeggio ex Jolly di via de Marchi appena fuori Mestre.

L’autista

L’autista, l’unico italiano che ha perso la vita, Alberto Rizzotto 40enne, era residente a Vazzola nella marca Trevigiana. Il suo corpo è stato estratto per ultimo dalle lamiere. Ora il pensiero va ai feriti gravi e poi alle cause.

Circolano ipotesi tra cui un malore dell’autista, e un guasto al motore elettrico. Il bus aveva appena un anno. Ci si aspetta informazioni dalla scatola nera e anche dai viaggiatori. In questo momento sono quattro i feriti in grado di parlare. Sotto accusa anche il guard rail mal ridotto, ma il peso di un camion o di un pullman difficilmente può essere fermato da una parapetto.

GUARDA ANCHE: Tragedia del bus, Zaia: “siamo preoccupati per cinque feriti”

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