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Tassisti stremati: tra covid e rincari rischiano il collasso

Dopo la crisi profonda vissuta durante il covid, i tassisti da qualche mese si stavano riprendendo soprattutto nelle città d'arte. Ora la batosta del caro benzina li sta affondando di nuovo e non è detto che riescano di nuovo a riemergere

I tassisti nel mese di Novembre hanno registrato un calo dei fatturati del 70%, reduci da un anno e mezzo di fermo. In Gennaio hanno ripreso ad avere qualche cliente e a erodere le perdite fino a ridurre il calo del 60%, 50% per chi lavora nelle città d’arte. Ora la mobilità è tornata a diminuire del 70% come se fosse stato imposto un nuovo lockdown. Non a causa del Covid ma dei costi della benzina.

Alessandro Nordio, responsabile nazionale Taxi Confartiagianato.

“In questo momento particolare, la crisi sta diventando insostenibile perchè c’è una grave carenza di liquidità da parte delle imprese che escono da due anni e mezzo di fermo. Situazione aggravate nelle città d’arte venete. In questo caso: Venezia, Verona e Treviso in quanto il turismo internazionale, la mobilità referente a questo settore, quindi aeroporti, porti e stazioni ferroviarie è sostanzialmente ancora ferma.”

I tassisti chiedono di rivedere le accise, prevedere un carburante professionale come per l’agricoltura e la pesca e lo sblocco delle tariffe. Il rischio è il collasso delle aziende.

La tariffe

“Se il governo non intende intervenire in questo punto di vista, noi saremo costretti ad aumentare le tariffe. Anche se anche da questo punto di vista noi non vorremmo scaricare la differenza di costo sugli utenti, ma chiederemmo che ci sia una collaborazione da parte di tutti i soggetti in campo. Quindi in primis da parte nostra.

Rinunciare a una parte dei ricavi, ma anche le varie amministrazioni pubbliche a cominciare dal fisco italiano che per esempio deve intervenire sui premi INEI, piuttosto che sul premio Servizio Sanitario RC Auto. Oppure istituire un credito di imposta del 110% sul modello che già si utilizza in edilizia per l’acquisto di veicoli elettrici.

Questo quindi incentiverebbe di nuovo un rinnovo del parco veicolare e da questo punto di vista anche un beneficio in termini di transizione ecologica.”

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