Strage del cavalcavia di Mestre: emergono altri due interrogativi tra gli investigatori della procura di Venezia.
Prima questione sulla strage
Il bus guidato da Alberto Rizzotto, essendo trasporto urbano, poteva imboccare quel tratto di tangenziale che conduce all’autostrada, che è impertinenza del CAV (società concessionaria delle autostrade venete), o avrebbe dovuto dirigersi lungo la bretella che porta a via Fratelli Bandiera?
Seconda questione
È emerso un altro punto da chiarire in queste ore: la ruota da cui il bus si è sbilanciato, cadendo poi da un’altezza di 15 metri, è dissestata, ossia non in linea con le altre tre ruote. Un cedimento potrebbe essere avvenuto in seguito allo sbandamento e ai 27 contatti con il guard rail o potrebbe essere avvenuto prima.
Il cattivo stato delle barriere risalenti al 1967 rimane comunque un punto importante dell’indagine. Sono ancora in piedi comunque tutte le ipotesi, e si devono attendere le perizie sulla scatola nera, sul mezzo, sul cellulare dell’autista e il video delle telecamere.
Riguardo l’autopsia sul corpo di Rizzotto, già effettuata, i risultati non sono ancora stati resi noti.
La situazione delle vittime
Stamattina hanno iniziato a far uscire alcune delle salme dei 20 morti custodite nella camera mortuaria dell’ospedale di Mestre, e in due giorni i familiari potranno riportare i defunti nel loro paese. 6 delle vittime saranno cremate a Venezia.
Sono in miglioramento poi le condizioni dei feriti e stabili le condizioni dei più gravi. I pazienti in terapia intensiva sono scesi da 9 a 8, e in questo momento ci sono 14 persone ricoverate delle 15 iniziali.
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