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Spaccio in Via Piave: 11 in carcere. Ora si mira i clienti

11 persone sono state portate in carcere e 27 sono indagate. Scattata stamane l'operazione dei carabinieri di Venezia che chiude un'indagine durata quattro anni e che ha scoperto un migliaio di assuntori. Il sindaco di Venezia annuncia una nuova strategia per combattere il racket

Blitz dei carabinieri contro lo spaccio nel Veneto. Stamane undici persone sono state portate in carcere perchè colte in flagranza di reato, altre cinque sono state messe agli arresti domiciliari e a undici è stata vietata la dimora nel comune di Venezia.

Il blitz

L’indagine è partita nel 2018 dalla zona calda della regione, con l’arresto di un quarantaduenne tunisino, notato nel sottopasso della Stazione Ferroviaria di Mestre e bloccato a Mira con circa 300 grammi di eroina.

Un anno dopo è emersa l’organizzazione albanese, attraverso la scoperta di un laboratorio clandestino per il taglio delle sostanze stupefacenti e il confezionamento delle dosi. Se ne occupavano tre cittadini albanesi, che sono stati arrestati. Oggi gli investigatori hanno chiuso il cerchio, per ordine del Tribunale di Venezia, su un gruppo di 27 indagati, domiciliati a Venezia, Padova, Treviso, Udine, Belluno e Pordenone.

Le mosse future per contrastare lo spaccio a Mestre e Marghera

“Non è certo il punto di arrivo, ma l’operazione contribuirà a fermare il fenomeno dello spaccio”, ha chiarito il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Venezia, generale di brigata, Nicola Conforti.

È certo che da mesi le Polizie di Stato e locali, la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri sono impegnate nel centro di Mestre, dove i residenti hanno denunciato una situazione insostenibile. Inciampano sulle siringhe, trovano tossicodipendenti accampati negli androni dei palazzi, senza considerare i regolamenti di conti tra pusher a suon di fendenti.

Secondo le informazioni diffuse in queste ore dal Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, i tossicodipendenti locali che gravitano in Via Piave sono una ventina. Ce ne sono però molti di più, che arrivano con il treno, attirati dai prezzi bassi praticati nella piazza della Stazione.

Per togliere dalla strada i nuovi arrivati, i Servizi Sociali hanno messo a disposizione un locale. Si tratta soltanto di una soluzione tampone, ma non basta. Per questo, Brugnaro ha annunciato un cambio di strategia: non avendo funzionato finora l’azione di repressione contro gli spacciatori, si agirà sui clienti.

Stazione di Mestre

La Stazione Ferroviaria sarà sorvegliata ai varchi e i già daspati, cioè coloro che sono stati allontanati dal Comune, verranno fatti tornare indietro. Tutti gli altri, non ancora noti, una volta identificati saranno segnalati alle loro famiglie.

L’operazione dovrebbe portare benefici anche nel quartiere di Marghera, dove molti pusher e tossicodipendenti  hanno trovato rifugio negli edifici abbandonati. Basta camminare lungo i marciapiedi, a ridosso di Via Fratelli Bandiera, per trovare siringhe o anche merce rubata.

“Ogni sequestro di stupefacenti toglie ossigeno alla criminalità. Un impegno per il quale non finiremo mai di ringraziare tutte le forze dell’ordine e la Procura della Repubblica”, ha commentato Luca Zaia.

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