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Scomparso il geniale Portoghesi, amico del Veneto

L’Italia perde un impareggiabile maestro dell’architettura postmoderna. La sua arte, le sue intuizioni, il suo genio, rimarranno per sempre nel patrimonio di un’arte come l’architettura, vissuta e praticata non solo per creare il bello, ma anche per realizzare opere dalle caratteristiche peculiari e uniche.

Giornata di lutto per il mondo dell’architettura e per Venezia: Paolo Portoghesi si è spento stamane, martedì mattina, a 92 anni nella sua casa di Calcata a Roma. Maestro geniale dell’architettura postmoderna, nel 1979 è stato direttore della Biennale di Architettura di Venezia.

Ha poi assunto la presidenza della Biennale dall’83 per 10 anni. “Di lui il Veneto”, ha ricordato Luca Zaia, esprimendo il suo cordoglio, “conserva a Treviso il quartiere latino, ora sede dell’università. E a Venezia il suo impegno per la città e per la costruzione del teatro del mondo, che affidò ad Aldo Rossi su una barca ormeggiata nel bacino dei San Marco”. Un’opera effimera, destinata alla distruzione, ma rimasta viva nella memoria storica.

L’intervista nel 2010

Paolo Portoghesi in un’intervista del 2010: “Ci sono parecchie “Storie dell’architettura” in cui c’è l’immagine del Teatro del Mondo e della via Novissima” Com’è diventato così leggendario considerata la sua breve durata? “Non è stato consumato, tutto sommato è un peccato perché sarebbe bello vederlo ancora” Avrebbe senso oggi rifarlo? “L’hanno fatto a Genova, ma non avrebbe senso rifarlo, proprio perché è un ricordo straordinario.

È già entrato nella storia come qualcosa di effimero e rimarrà come tale. Trasformarlo in un edificio che deve resistere al tempo sarebbe un controsenso, perché era fatto di tubolari Innocenti e di legno, tutte cose che durano poco. Ma appunto questo carattere effimero era affascinante”.

L’opera

Tantissime le opere di Portoghesi, forse la più nota è la Moschea di Roma, suo il restauro della Piazza della Scala di Milano. Portoghesi era in queste settimane al lavoro su un manifesto per la conservazione delle opere architettoniche contemporanee.

Portoghesi: “Resta un taboo”, ha detto, “perchè l’innovazione forse è la cosa che meno è stata compresa”. Sempre nell’intervista del 2010: “Ogni cosa ha un suo destino. A distanza di anni si capisce che questo destino era più importante della conservazione”

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