Venezia Cambia

Sandro Boato: industrializzazione, “Climate Change” e strategie

Sandro Boato sui problemi climatici in seguito al processo di industrializzazione. Strategie locali e internazionali e obiettivi.

Sandro Boato spiega le strategie adottate dall’ordine degli ingegneri di Venezia e dall’ONU per combattere le conseguenze climatiche portate dal processo di industrializzazione della seconda metà del 1900.

Sandro Boato descrive i cambiamenti portati dall’industria

Paolo Dalla Vecchia: Il collegio degli ingegneri ha presentato questa carta, “Climate Change”: che cosa dice?

Sandro Boato: “Il documento parte dalla situazione attuale, che deriva da un complesso di eventi che si è verificato soprattutto dall’avvento dell’area industriale in modo molto più accentuato dagli anni 50 del 1900. Questo periodo ha visto l’utilizzo delle fonti fossili per la produzione di energia, per il riscaldamento, per i trasporti incrementare in maniera estremamente rilevante.

Conseguenze a livello climatico

Quindi, quello che succede è che il consumo di combustibili fossili provoca l’emissione di Co2 in atmosfera, cioè anidride carbonica. Adesso ce l’abbiamo in atmosfera in concentrazioni molto più elevate rispetto i periodi storici precedenti. Le concentrazioni fino all’inizio del 1900 erano di circa 300 parti per milione, mentre adesso ha superato abbondantemente il 400. Questo comporta un incremento della temperatura. Si è visto che c’è una relazione stretta tra la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e l’aumento della temperatura.

Questo comporta innanzitutto l’alzamento del livello dei mari, che è un fenomeno che conosciamo molto bene a Venezia e del quale siamo vittima da un bel po’ di tempo. Crea, però tutta un’altra serie di fenomeni legati al clima. Per esempio, gli eventi meteorici più violenti rispetto a quelli che venivano prima. Quindi inondazioni, fenomeni di siccità che si estendono nel tempo. Tutto questo provoca dei disagi e dei cambiamenti sia nell’agricoltura, sia nella vita di tutti i giorni.

Sandro Boato sulle COP

Questo documento, dunque fa quest’analisi e poi dice innanzitutto che bisogna intervenire e poi dà delle indicazioni su come farlo. Queste indicazioni vengono date anche dalle COP, cioè incontri organizzati dall’ONU”.

Paolo Dalla Vecchia: “Si ha l’impressione che questo importante tema non sia ancora stato preso di petto dai decisori, dagli amministratori, dai cittadini. Cosa ne pensi?”

Sandro Boato: “Penso che sia proprio così. C’è una parte della popolazione molto sensibile, che ci tiene, che lavora, che fa, che si comporta per “arrivare a”. Sono, tuttavia, questioni talmente complesse che non può essere solo la volontà del singolo individuo a risolvere questo problema, ma devono essere gli stati del mondo che si mettono d’accordo. E questa cosa in qualche modo sta succedendo.

L’ONU già dal 1993 sta organizzando tutta una serie di incontri a livello mondiale nei quali sono state prese delle decisioni. Le più importanti, forse, sono le strategie dell’accordo di Parigi del 2015, che prevede di cercare di ridurre gli effetti del cambiamento climatico mantenendo l’incremento della temperatura a un grado e mezzo sopra la media dell’era pre industriale.

È un obiettivo molto ambizioso, che sarà difficile se non impossibile da rispettare, ma bisogna almeno provarci. Bisogna, quindi, che tutti gli stati si accordino per assumere le iniziative necessarie per arrivare a questo”.

GUARDA ANCHE: Cambiamento climatico: l’impegno degli Ingegneri di Venezia

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