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Riccardo Roiter Rigoni: il video che cattura la luce della laguna di Venezia

Venezia è fatta di luci, note e colori eppure non sempre si riescono a cogliere e ad isolare. Ci ha provato in questo video il fotografo veneziano Riccardo Roiter Rigoni con brani di Massimo Zennaro e testi di Debora Gusson. La presentazione del video Risonanze Riflesse

Riccardo Roiter Rigoni è fotografo, musicista, poeta, artista. Nel suo ultimo progetto, Risonanze Riflesse, il talento veneziano offre un lato inedito della laguna veneziana nel suo rapporto tra luce e acqua. Al comparto fotografico si sono poi aggiunti musica e testo in prosa, rispettivamente opera di Massimo Zennaro e Debora Busson.”

Le parole di Riccardo Roiter Rigoni

“Personalmente, l’idea di lavorare al progetto Risonanze riflesse mi è piaciuta tantissimo. Fotografo ormai da 20 anni, e da 8 o 9 studio e pratico sui riflessi che Venezia ogni giorno ci regala. Sia di giorno sia di pomeriggio, e in alcuni casi anche con la luce lunare.  Il Canal Grande, come anche tutto il resto della laguna, è una fonte infinita di riflessi.

Il gesto della fotografia non è un gesto che controlliamo fino in fondo. Possiamo intuire quello che sarà il soggetto della nostra foto. Ma alla fine l’attimo che andiamo a impressionare sul fotogramma è sempre frutto del caso, della circostanza del momento. L’occhio umano non è capace da sé di cogliere un riflesso. L’onda infatti è in continuo movimento, e l’occhio non sa arrestarla in un istante di immobilità.”

Lo scrigno dell’anima della laguna

“All’interno di questi quadri astratti – che ho sempre amato chiamare Dipinti d’acqua e di luce – troviamo tutta quell’anima sublime, quasi grezza di Venezia capace di generare pensieri, sensazioni e nuove idee creative. È una Venezia diversa dal solito. Una Venezia che parla non ai nostri occhi ma alla nostra anima.

Il fatto che un’artista come Massimo Zennaro si fosse proposto di musicare queste immagini è stato per me un profondo onore. Poter collaborare con lui, e in seguito anche con Debora Busson  – che ha contribuito a tradurre tutto questo in parole-, è stata una delle esperienze professionali più intense della mia carriera.”

Un’arte del pubblico

“Ritengo che un lavoro come questo non sia esclusivamente di chi lo concepisce e lo produce, ma anzi anche del pubblico a cui lo si propone. E questo stesso pubblico avrà così la possibilità di immergersi, per 6 minuti e mezzo, in realtà che forse lo sfiorano soltanto, ma che in verità gli appartengono. Sarà lui stesso a trovarne la chiave di lettura più adeguata, proprio perché si tratta di un arte non nostra ma che Venezia ci consegna ogni giorno.”

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