La Voce della Città Metropolitana

Restauro del canale CUAI: porta l’acqua potabile per Venezia

Da una settimana nella città metropolitana si stanno risparmiando milioni di metri cubi di acqua grazie alla ricostruzione delle rive del canale Cuai che da decenni fornisce l'acqua a 100 mila utenti Veneziani, ma che da tempo perdeva l'oro bianco attraverso fenditure lungo le sponde. Ne parliamo con Carlo Bendoricchio, presidente del Consorzio Acque risorgive

Carlo Bendoricchio racconta il restauro del canale CUAI (Consorzio utenti acquedotto industriali) e rassicura: “Ci aspettiamo di saper gestire bene la stagione delle alluvioni”.

Carlo Bendoricchio sovrintende, in quanto direttore del Consorzio di bonifica delle Acque risorgive, alla gestione delle acque e alla bonifica della città metropolitana di Venezia e di alcuni territori delle provincie di Treviso e di Padova. È con noi per parlare di una bella notizia, di cui non si è molto parlato: il Canale Cuai, già esistente ma di recente ristrutturazione, è stato inaugurato la scorsa settimana. È importante perché permette di risparmiare molta acqua. A maggior ragione in un momento storico come questo, nel quale sostenibilità deve essere la parola d’ordine, è bene darne notizia.

Quanto è costato il restauro del Canale Cuai?

“Il restauro del canale Cuai è costato 11 milioni di euro ed è stato finanziato attraverso un PSRN (programma di sviluppo rurale nazionale). L’obbiettivo è quello di ridurre le perdite del corso d’acqua. Nasce come canale irriguo, che il consorzio precedente aveva già in gestione. Negli anni ’70 subì una ristrutturazione che modificò il suo uso ampliandolo. Oltre ad avere una funzione irrigua, serviva anche le industrie nella zona del porto di Porto Marghera e se ne faceva anche un uso civile, perché portava acqua potabile alla città di Venezia.”

Di fatto è la fonte d’acqua di Venezia da decenni.

“Esattamente, poi è chiaramente integrata ad altre fonti. gestite da Veritas. Noi collaboriamo con loro, ad esempio preleviamo acqua dal Sile, che è ol fiume di risorgiva più lungo d’Europa e lo portiamo fino a Ca’ Solaro, nei pressi del Bosco di Mestre. In questo punto viene potabilizzata e successivamente portata a Venezia e Porto Marghera, qui a scopi industriali produttivi o antincendio. Nel tratto che dal Sile arriva a Ca’ Solaro, l’acqua viene impiegata per scopi irrigui, coprendo un’area di circa 3000 ettari di superficie agricola.”

È un’opera straordinaria se pensiamo alla condizione in cui versano la maggior parte delle infrastrutture di questo genere, figlie del boom economico e ad oggi spesso fatiscenti.

“Sì, noi essendo parte del PNSR abbiamo ricevuto insieme ad altri 18 impianti i fondi necessari, destinati in gran parte al miglioramento della distribuzione di acqua ad uso irriguo. Il nostro progetto prevedeva tre interventi, tra cui a ricostruzione di un canale. Il canale in questione è in calcestruzzo, a sezione rettangolare; i muri erano in parte deteriorati dal costante contatto con l’acqua.”

Da quanti anni c’erano perdite consistenti d’acqua lungo il Cuai?

“Sicuramente a almeno 10, forse addirittura 15 anni. Il consorzio ha provveduto a implementare le condizioni di alcune aree poco compromesse, ma in altri tratti c’è stato bisogno di una ricostruzione totale.”

Il Cuai è appena stato inaugurato, quindi non ci sono dati disponibili per quantificare il risparmio. Ma quali sono le vostre stime a riguardo?

“Attualmente abbiamo una distribuzione di 410.000 metri cubi all’anno per l’irrigazione, una portata di 1 metro cubo al secondo per ciò che si riferisce all’utilizzo industriale e una massima di 1,5 al secondo per l’uso urbano durante la stagione turistica.”

Parliamo di potabilizzazione dell’acqua.

“Noi non gestiamo l’acqua potabile di Venezia, è l’azienda Veritas a occuparsi della potabilizzazione. Con potabilizzazione si intende un miglioramento delle proprietà dell’acqua. Quella che preleviamo dal Sile, che è acqua di risorgiva, ha già una discreta qualità. Successivamente si procede a migliorarla in termini chimici, quindi subisce una depurazione e è portata a livelli a norma di legge. Alla fine viene fatta una pulizia con cloro.”

Ci stiamo avvicinando alla stagione delle alluvioni, ci sono canali di carattere torrentizio che spaventano quando capitano le bombe d’acqua. Come sono le condizioni degli argini nella zona del consorzio?

“Parallelamente a questo progetto, il consorzio è sempre attivo principalmente su due fronti per sicurezza idraulica del territorio: manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua e consolidamento delle sponde, proprio per evitare cedimenti arginali. Allo stato attuale abbiamo mappato anche la presenza di nutrie, che potrebbero compromettere gli argini.”

Il Muson, ogni qual volta ci sia un’emergenza idraulica, è sempre il sorvegliato speciale. Come mai?

“Il Muson dei Sassi è sorvegliato speciale perché è il corso d’acqua più pericoloso che ci attraversa, sebbene sia di competenza del Genio Civile. Avendo carattere torrentizio risponde in maniera molto più rapida alle precipitazioni nella zona del Grappa rispetto ad altri corsi e lì la massa d’acqua corre veloce e alta. In ogni caso, ci aspettiamo di saper gestire bene la stagione che avanza.”

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