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Primato al Veneto per le imprecazioni e i toscani?

Una curiosa statistica, quella sul primato al Veneto per le imprecazioni è stata pubblicata questa settimana. Ce ne parla Renzo Mazzaro

Una curiosa statistica è stata pubblicata questa settimana: riguarda le imprecazioni con le quali gli italiani condiscono i loro discorsi, le espressioni volgari, le esecrazioni, gli insulti, le parolacce, il turpiloquio, insomma i sacramenti vari come diciamo nel Veneto. E proprio al Veneto va il primato.

Primato al Veneto per le imprecazioni

La città in cui si impreca di più sarebbe Venezia con ben 19 imprecazioni di media al giorno a testa seguita da Padova, peraltro. Due città che battono ampiamente sia Roma che Milano. La città in cui invece si impreca di meno nel Veneto è Verona e addirittura è in fondo alla classifica assieme a Napoli, a Bari, a Bologna e altre città d’Italia.

Ecco, io non so su quale base sia stata fatta questa statistica da una piattaforma web che si chiama Preply e che si occupa di insegnamento delle lingue ma immagino che sia come tutti i sondaggi. Vengono sentite in 1500-2000 persone, cifre di questo genere e sulla base di questi risultati si applica il comportamento a 50 milioni di italiani.

Dati statistici sulle imprecazioni

Ecco, io non so, ho sempre dei dubbi, ecco, su questo rapporto ma non so se voi vi riconoscete. La statistica dice che imprecano di più gli uomini rispetto alle donne. Gli uomini con dodici imprecazioni di media al giorno contro sei delle donne.

Poi, si impreca di più in età giovane rispetto che in età adulta? Addirittura nella fascia tra 16 e 24 anni ci sono delle persone che imprecano di più in Italia con quattordici imprecazioni di media al giorno mentre più si sale nell’età, più diminuiscono le imprecazioni di media. Addirittura dopo i 55 anni le persone imprecherebbero appena tre volte al giorno di media.

Io resto un po’ perplesso anche perché poi l’imprecazione non è un momento e basta. Quando uno comincia a imprecare, di solito, non la smette più per cinque minuti. Contro chi imprechiamo? A parte le modalità che, lasciamo perdere, altrimenti scendiamo anche noi nel turpiloquio, di solito imprechiamo soprattutto e prima di tutto contro noi stessi e poi, in seconda battuta, non si sa contro chi, contro nessuno. Il che significa che l’imprecazione è un intercalare e qui probabilmente ci prende la statistica.

Le bestemmie

Io mi ricordo di un tipografo da noi, al giornale, che ogni parola erano due bestemmie. Anzi per dire una parola ci volevano due bestemmie. Ecco, a proposito di bestemmie, la bestemmia non viene citata in questa statistica cioè l’imprecazione verso simboli religiosi, Dio, la Madonna, i Santi o altre cose che riguardano la religione mentre sappiamo bene che, e non solo nel Veneto, il simbolo religioso viene regolarmente preso di mira nelle imprecazioni.

E qui mi viene un altro dubbio che mi lascia perplesso: il Veneto è ampiamente citato mentre non si cita la Toscana e tutti sappiamo che l’imprecazione in Toscana è addirittura molto più colorita che nel resto d’Italia. Nel Veneto siamo monotoni, in Toscana hanno inventato mille modi di imprecare. Basta ricordare il vernacoliere di Livorno. Per esempio, imprecazioni del tipo “meglio un morto in casa che un pisano all’uscio” secondo voi è un’imprecazione? Secondo me, è molto peggio.

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