Servizi Economia e società

Polesine, appello contro le trivellazioni nell’Adriatico

La proposta di trivellazioni al largo del Delta del Po è fortemente contestata per il rischio di subsidenza e per la sicurezza dell'intero territorio

La proposta del Governo di condurre trivellazioni al largo del Delta del Po ha suscitato una forte opposizione da parte di Moreno Gasparini, Presidente dell’Ente Parco Delta del Po, insieme a numerosi esperti del settore e al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Questa iniziativa infatti, potrebbe aggravare il problema della subsidenza, mettendo a rischio la sicurezza e la stabilità del territorio.

Opposizione alle trivellazioni proposte dal Governo al largo del Delta del Po

Moreno Gasparini, Presidente Ente Parco Delta del Po: “Abbiamo fatto una manifestazione il 3 di febbraio per sottolineare ancora una volta quanto potrebbe essere deleterio il problema della subsidenza. Il Governo sta andando avanti, per quello che abbiamo visto negli ultimi tempi e per quanto riguarda i decreti dei Ministeri.”

Il Polesine trema. Il Governo a colpi di decreto non si ferma e sembra avviato a trivellare il fondo dell’Adriatico, anche all’altezza del 45° parallelo, in corrispondenza dell’area al largo del Delta del Po.

C’è già stata una mobilitazione durante i primi giorni di febbraio e ora il presidente dell’Ente Parco del Delta del Po, lancia un altro appello anche per creare massa critica nella Regione. I geologi dell’Università di Padova hanno preso posizione contro il progetto di estrarre gas naturale, proprio al largo del Po. Anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha mobilitato esperti per dire no.

Priorità per il territorio: salvaguardia e sviluppo sostenibile

Moreno Gasparini, Presidente Ente Parco Delta del Po’: “Abbiamo visto cos’è successo con l’estrazione del metano 50/60 anni fa. Il terreno scende e ci porta pericoli. Porta insicurezza nel territorio, costi che sono molto più alti dei benefici. Nel passato si sono dovuti rafforzare gli argini dei due fiumi, l’Adige e il Po, per mettere in sicurezza un territorio che vuole lavorare, crescere e fare turismo. Noi vogliamo un dialogo con il Ministero e i Ministri per far conoscere quanto è delicato il territorio.”

Il timore a Palazzo Chigi è che le perforazioni vengano avviate dall’altra parte dell’Adriatico e dunque lo stop alle stazioni, dicono a Roma sarebbe inutile. Gli studi sembrano mirati a riempire i pozzi una volta svuotati.

“Questo territorio va salvaguardato. Il nostro futuro non sono le estrazioni di metano in Alto Adriatico ma sono invece lo sviluppo dell’agricoltura, della pesca e del turismo.”

GUARDA ANCHE: Carnevale di Venezia: non tutti hanno guadagnato

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Disattiva AdBlock per sostenerci

Televenezia ogni giorno mette a disposizione informazioni e contenuti gratuiti. La libertà d'informazione deve essere sostenuta e Televenezia lo fa anche grazie ai banner pubblicitari. Sostienici e disattiva AdBlock