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Morto Stefano Gheller, la lotta per la legge sul fine vita

Stefano Gheller, icona del Movimento per il Suicidio Assistito, ha lottato contro la distrofia muscolare. Il suo testamento richiama alla necessità di una legge sul fine vita

È morto Stefano Gheller. Il suo cuore si è fermato oggi nell’ospedale di Bassano del Grappa dove era stato ricoverato nel reparto di pneumologia per una polmonite.

Stefano Gheller, un’icona del Movimento per il Suicidio Assistito

Aveva 51 anni ed è diventato la bandiera del Movimento per il Suicidio Assistito e il riconoscimento della legge per il fine vita. Soffriva di una grave forma di distrofia muscolare ed è stata la terza persona in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio medicalmente assistito.

Nella sua pagina Facebook sono postate le immagini del suo calvario negli ospedali e delle persone che gli sono state vicine. Queste gli hanno manifestato solidarietà anche tramite donazioni come un’auto nuova con carrozzina. Tra i post si trovano i saluti degli amici, come: “hai lottato come un leone” o ancora “Grazie per la tua forza di arrivare fino a Palazzo Ferro Fini”.

Giovanni Leoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia scrive, invece, sulla piattaforma: “Il fine vita ed il suicidio assistito aspettano delle risposte condivise dal nuovo codice di deontologia medica, deontologia bioetica, religione e poi la legge”.

Il suo testamento per il fine vita

E poi ci sono le parole di Gheller, il suo testamento:”Le persone in salute non vedono come vivo. Non potranno mai capire fino in fondo per questo voglio almeno il rispetto. Basterebbe che passasse una giornata con me e vedesse con i suoi occhi le difficoltà che affronto ogni giorno da quando mi alzo al mattino.”

“Non solo le difficoltà di tipo fisico, ma le sofferenze dell’anima. Una legge sul fine vita va fatta e sai perché? Perché non farlo? È un errore politico. Il popolo è in maggioranza favorevole e un politico ha il dovere di ascoltare il popolo. Lo dicono i sondaggi e me lo ha confermato il fatto che anche il 10% di coloro che mi hanno scritto in questi mesi e che sono contrari alla mia scelta comunque la rispettano.”

“L’altro 90% mi appoggia totalmente”.

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