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Marghera, il tunnel che fa paura: viaggio con una telecamera nascosta

Siamo andati con una telecamera nascosta a guardare il quartiere di Marghera con gli occhi di un passante, partendo dal sottopasso che fa paura

Chi passa nel famigerato tunnel del sottopasso della stazione ferroviaria di Mestre, che conduce in via Giorgio Rizzardi, con molta probabilità assiste a scene di degrado urbano e rischia di essere borseggiato o rapinato. Si tratta della strada dove sono avvenuti due scippi la scorsa settimana. Le vittime sono state due donne.

Le riprese nel tunnel e i crimini dei tossicodipendenti

Un nostro collaboratore ha attraversato il sottopasso con una telecamera nascosta fingendosi un passante qualsiasi. Infatti i sei ragazzi nel video continuano a prepararsi la sostanza stupefacente che assumeranno pensando di non essere ripresi.

La polizia sospetta che siano tossicodipendenti anche i due ciclisti che martedì 16 gennaio hanno gettato a terra, incrociato e derubato una trentasettenne, anche lei in bici. I testimoni li hanno indicati come probabili i nord-africani. Forse gli stessi che qualche giorno prima hanno scippato una 58enne che stava imboccando proprio questo sottopasso in direzione contraria per raggiungere la stazione dei bus.

Degrado urbano, una condizione non nuova

A Marghera ci si è fatta l’abitudine di vedere persone accovacciate intente a maneggiare carta stagnola e polvere bianca. Un po’ come accade sotto il portico della chiesa di Sant’Antonio. A pochi passi si trova l’apertura del cantiere per la demolizione dell’ex asilo Sacro Cuore, dove al suo posto sorgerà un ospedale di comunità.

Questo dovrebbe tenere lontani i tossicodipendenti. Una coppia di poliziotti locali ha chiesto ad un uomo che stava ostacolando il lavoro dei muratori di uscire per portarlo in caserma.

L’incertezza sulla rigenerazione urbana

Rubens Gebbani, dell’associazione “Marghera Oggi” afferma: “Ci vuole solo non aver paura, di aver coraggio. Ma io, sinceramente, di coraggio ultimamente ne vedo poco. Ci vengono a dire che ci coinvolgano. I cittadini devono essere coinvolti anche nella rigenerazione urbana condivisa. Non è possibile fare in pieno centro città un distretto, anzi dovrebbe essere una casa di comunità, e non sapere nemmeno la nuova viabilità. E i parcheggi dove saranno? I rendering si fanno facili, ne abbiamo visti a bizzeffe.”

Il timore tra i residenti di Marghera è che una volta demolito l’edificio rimanga un buco oppure che la nuova struttura torni rifugio per sbandati perché non funzionale.

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