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Luca Zaia: le regioni contrarie al coprifuoco

Luca Zaia ieri ha criticato le misure che corre voce saranno previste nel nuovo dpcm e fortemente volute dal partito di maggioranza relativa ossia i Cinquestelle. Oggi ha dichiarato che le regioni sono in disaccordo e dovrebbero essere ascoltate

Tante le polemiche e le perplessità sul nuovo decreto. Da quanto emerso dalla conferenza delle Regioni, la richiesta ufficiale è quella di posticipare, al momento, il coprifuoco dalle 22 alle 23. Il governatore Luca Zaia è fiducioso a una revisioni del decreto che entrerà in vigore da lunedì 26 aprile. GUARDA ANCHE: Zaia contro il CTS: i dubbi sul decreto in uscita

Il Bollettino

I dati di oggi riportano 1.060 casi in più di ieri, i totali positivi in questo momento sono 23.755 (meno 838 rispetto a ieri). I ricoveri in ospedale si attestano su 1.425 ricoverati, di cui 1.125 in area non critica, 44 in meno di ieri. Mentre in terapia intensiva il dato è di 194 ricoverati, 14 in meno rispetto a ieri. I decessi sono 24.

Revisione del decreto. Le parole di Luca Zaia:

Sul nuovo decreto non vi nego che qualche perplessità ce l’abbiamo. Noi governatori oggi portiamo avanti l’istanza delle regioni. Tutti sono in linea con il fatto che ci vuole una ratio nel leggere un decreto. Se sento il sindaco di Verona che mi dice: se c’è la possibilità di aprire cinema e teatri- e l’Arena è un teatro – con il coprifuoco alle 22, che stagione lirica faccio? Alle quattro del pomeriggio? Se è vero che si possono fare le partite di calcio fra scapoli e ammogliati dal 26 e altrettanto vero che le palestre restano chiuse fino al primo giugno. noi come regioni abbiamo fatto le linee guida non sulla casacca politica.

E’ fondamentale guardare in faccia la realtà. Spero vivamente che il presidente del consiglio prenda in mano questo dossier. Davanti ai fatti che portano le regioni e gli enti locali bisogna metter mano ad alcune di queste misure. Come è stato per le scuole. Abbiamo fatto un incontro portando le linee guida e dicendo: attenzione, non ci sono gli autobus. Hanno chiuso la riunione dicendo: faremo un 60%”.

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