La Voce della Città Metropolitana

Hydrogen Park: una risorsa per l’ambiente. Parla Andrea Bos

A Venezia dal 2003 si sperimenta la produzione e mobilità dell'idrogeno e e si comincia a vedere la luce in fondo al tunne . Ne parliamo con Andrea Bos presidente dell'Hydrogen park di Porto Marghera

Per questa nuova puntata de La Voce della Città Metropolitana, siamo in collegamento con Andrea Bos, presidente dell’Hydrogen Park.

Hydrogen Park

Oggi parliamo di idrogeno. In particolare, di un progetto estremamente ambizioso, in parte già partito, in parte da realizzare. Ne parliamo oggi con Andrea Bos, presidente dell’Hydrogen Park, una società fondata nel 2003.

“Il progetto è nato nel 2003 dopo un incontro tra Romano Prodi e Jeremy Rifkin. Fu pianificata una piattaforma per un’indipendenza energetica europea. A quell’epoca un polo di aziende del Confindustria Venezia e il polo di aziende chimiche di Porto Marghera decise di avviare il progetto di Hydrogen Park. Una società consortile con lo scopo di effettuare sperimentazioni su scala di laboratorio industriale.

In questi ultimi 20 anni è stata fatta questa sperimentazione a Marghera?

“Abbiamo investito 21 milioni di euro in 12 differenti progetti che spaziano dalla produzione di energia elettrica applicando uno dei primi casi di economia circolare. L’idrogeno come residuo di produzione di un ciclo industriale ripreso per generare energia elettrica ed abbattere il footprint dell’industria della produzione dell’energia elettrica a base carbonica.

Ricorderà il vaporetto ad idrogeno ed altri mezzi di movimentazione portuale. Ci ha permesso di creare una Hydrogen Valley ante-litteram. A Porto Marghera abbiamo già produzione, consumo e distribuzione territoriale di idrogeno.”

“L’idrogeno viene usato in diversi processi di produzione industriale ed è stato sperimentato per la produzione di energia elettrica. Nell’ Hydrogen Valley verrà aumentata la produzione d’idrogeno non più solo come gas tecnico per l’industria, ma anche come vettore energetico.”

Che quantità riuscirete a produrre?

“Ad oggi c’è una produzione di idrogeno che supera le 10.000 tonnellate al mese.”

Ricordiamo che Sapio è un’azienda che si occupa di idrogeno da molti anni.

“È il primo produttore di idrogeno in Italia e ha anche un gradissimo socio statunitense, che provvede tutta la parte infrastrutturale e produttiva per l’idrogeno. L’accordo stipulato ha un aspetto duplice: quello di fornire delle infrastrutture dove i camion possono ricaricare e avere sempre di più idrogeno verde, assolutamente rinnovabile, con footprint ambientale negativo. La base che abbiamo appena creato permetterà di creare un Hydrogen Hub. Lei deve pensare che il porto parte da Venezia e arriva fino a Mantova e questo è valido sia dal punto di vista amministrativo che geografico.”

“Ultimamente la domanda di idrogeno sta crescendo, ma l’offerta di idrogeno fa fatica ad inseguirla. L’Hydrogen Hub è un luogo dove si può ricevere ed esportare l’ammoniaca verde, che viene poi scomposta in azoto ed idrogeno. In questo modo, possiamo fornire un vasto numero di quantitativi, in base all’andamento della domanda in modo flessibile, senza aspettare le varie infra-strutturazioni delle Hydrogen Valleys italiane.”

“Il Porto si proporrebbe come fornitore di idrogeno nel Nord-Est, considerando anche che il Porto ha anche una facility produttiva, così come quella di Sapio a Mantova. Ciò permetterebbe di sviluppare più rapidamente l’ecosistema dell’idrogeno ed un esempio replicabile al Sud, dove la producibilità fotovoltaica permetterà di avere degli accessi di energia rilevanti, permettendo così di custodire l’idrogeno e di esportarlo.”

L’uso dell’idrogeno

Quelli che contestano l’uso dell’idrogeno affermano che si dovrebbe andare a produrre più energia per avere l’idrogeno. Lei dice il fotovoltaico, perché è l’unico sistema di energia e di produzione dell’idrogeno gratis. Come si fa a produrre l’idrogeno a Marghera, se non c’è il fotovoltaico? Utilizzando l’ammoniaca verde dall’Arabia Saudita?

“Sarà un mix di fonti. Alla latitudine di Bordeaux, è stato avviato un progetto di fonti rinnovabili, che includono il fotovoltaico da 500 mega Watt ed è alla stessa latitudine di Venezia. In Porto Marghera sono già pianificate delle installazioni fotovoltaiche e avremo anche un mix di fonti.”

Questo Hub avrebbe dei pannelli fotovoltaici. L’ammoniaca verde proviene dall’Arabia Saudita e serve per produrre l’idrogeno verde.

“È un azoto e tre idrogeno. Una volta rotta la molecola, hai l’idrogeno da una parte e l’azoto dall’altra, di cui è fatta il 79% dell’aria che si respira. Quindi, non avrebbe alcun impatto ambientale.”

Hub a Marghera

Il Hub sarà a Marghera e servirà per inglobare, stoccare e immobilizzare l’idrogeno. Cosa penserete di fare in questa valle di idrogeno, oltre che a costruire dei distributori?

“Per creare un Hydrogen Valley, bisogna avere una fonte rinnovabile, installare una capacità elettrolitica e un sistema di stoccaggio, oltre ad una micro distribuzione territoriale. Attorno a questo si deve creare un’infrastruttura fruibile all’utilizzatore finale: dal distributore, alla consegna dell’idrogeno-dotto, fino ai grandi consumatori.”

“A Porto Marghera abbiamo un importantissimo produttore di vetro, Piano, che ha l’intenzione di convertire la propria produzione ad un mix di gas e di idrogeno, tendendo sempre di più all’idrogeno. In questo caso, verrà consegnato tramite l’idrogeno-dotto e così per tutte le altre infrastrutture. Sempre al Porto stiamo già utilizzando l’idrogeno in moltissimi processi, non solamente nei processi di combustione. Una volta avviato il meccanismo, è una nuova consegna di energia.”

Perché l’idrogeno è energia pulita?

“L’idrogeno, prodotto da fonte rinnovabile, cattura i fotoni che vengono trasformati in elettroni, in elettricità. Una volta applicato l’elettrolizzatore, sistema che rompe la molecola dell’acqua, la scompone, facendo liberare la molecola di idrogeno e l’ossigeno. L’ossigeno, un volta liberatosi nell’aria, permette all’idrogeno di essere utilizzato come vettore energetico.”

E non inquina.

“Prendendo ad esempio una Toyota, una volta bruciato l’idrogeno presente nel motore, esce l’acqua dal gas di scarico e questa potrebbe essere usata anche per bere. Questo perché l’idrogeno si ricompone con l’ossigeno presente nell’aria e viene liberata acqua. Perciò, avremo impatto a zero, nessun danno all’ambiente e una fonte rinnovabile.”

Se basta il sole e l’acqua per produrlo, Venezia avrebbe molto da dire sull’idrogeno.

“Ma comunque l’acqua, utilizzata a valle, viene restituita al sistema. Questo perché da un lato la prendo e la scompongo, poi quando la brucio la ricompongo in ossigeno e idrogeno a valle, buttando fuori acqua. Non andremo ad intaccare le riserve d’acqua, ma le riutilizziamo.”

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