Nella quinta puntata di “Stanno facendo un 48”, programma condotto da Patrizio Baroni, abbiamo discusso insieme ad Enrico Bernardi, primario del pronto soccorso negli ospedali di Treviso, Conegliano e Vittorio Veneto, e il Dottor Giovanni Leoni, vicepresidente nazionale dell’Ordine dei Medici, della medicina di prossimità, ovvero il sistema che deve garantire a ogni cittadino una tempestività di intervento in caso di problematiche di salute. Nel video parliamo del grido di sofferenza dei medici di medicina generale: “Siamo al collasso!”. Categoria in subbuglio per le gravi carenze strutturali
Problema di burocrazie nel settore sanitario
Abbiamo una classe medica tra le più anziane d’Europa per quanto riguarda i nostri colleghi e un basso ricambio dovuto al fatto che sono state tagliate le specializzazioni e i corsi d’ammissione di medicina generale. Il problema di turn over è quindi legato alle nuove dinamiche poichè la medicina generale è cambiata.
Medicina generale
Si deve arrivare sul territorio con una buona conoscenza clinica del paziente. Non si può diventare medico senza aver prima lavorato in ospedale o affiancato un medico generale che ti spiega i particolari del mestiere.
Il medico di medicina generale è solo, autonomo e adeguato dal punto di vista sia tecnologico che clinico. Egli viene scelto dal paziente e se non è adeguato nei suoi confronti lo disdice.
Vengono richieste delle cose in più delle piccole istruzioni presenti nelle medicine integrate limitando e non riuscendo a risolvere il problema in loco. Non tutte la medicina ospedaliera è vicina a una città con un grosso pronto soccorso o ospedale.
C’è tutto il territorio che si ramifica e bisognosa tenere conto anche a questo tipo di realtà. Con queste nuove tecnologie è possibile spostare il meno possibile il paziente avendo un collegamento e riuscendo a realizzare più tipi di controlli.