Zaia, “non si tratta di cultura patriarcale”
Giulia non è soltanto un caso giudiziario, ma è diventata un caso politico, che continua a mettere contro i due fronti ideologici che dividono da anni il paese: la destra e la sinistra.
Per Luca Zaia non si tratta di cultura patriarcale, ma di qualche cavernicolo che la comunità deve isolare perché abbiamo gli anticorpi per farlo. “Dobbiamo fare un lavoro di comunità, un lavoro di squadra, affinché da un lato si identifichino ancora agli ultimi lembi, dove c’è qualche cavernicolo che si comporta male con le donne. E dall’altro tutti assieme si possa identificare chi ha bisogno di essere curato. Perché la storia di molti di questi casi va in questa direzione della malattia mentale”.
I dati sul fenomeno
Intanto, in queste ore la questura di Venezia ha diffuso i dati sul fenomeno. Che soltanto nella città metropolitana Veneziana da gennaio ha registrato 119 casi di persecuzione, 225 denunce per maltrattamenti. E in tutta Italia, come noto, ben 106 donne sono state uccise dai loro compagni. Accanto all’emotività è cresciuta l’ansia tra le donne. Mamme e figlie con rapporti complessi con i loro partner hanno preso d’assalto i telefoni anti violenza, in centinaia per chiedere consigli o per sfogarsi.
Giulia e le donne ricordate dal sindaco
Le donne oltraggiate o che non vengono rispettate sono state ricordate anche giovedì sera in piazza Ferretto, durante la cerimonia di accensione dell’albero di Natale, dal sindaco Luigi Brugnaro: “Vorrei chiedere un grande applauso a Giulia e tutte le donne, che non vengono rispettate, oltraggiate e non prese in considerazione. Facciamoci un esame di coscienza e portiamo nelle scuole un clima di cordialità ai nostri bambini. Rispetto deve essere la parola chiave.”
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