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La Gigeta torna a gettare il campanile in mare

Storia e attualità si intrecciano nella rievocazione dello scarico a mare dei mattoni con cui era stato costruito il Campanile di San Marco in programma il 20 maggio giorno della Giornata Europea del Mare che si terrà a Venezia. La tecnologia ha sostituito il ruolo del campanile, vediamo perchè

Si scrive “Giornata Europea del Mare”, ma a Venezia il 20 maggio si leggerà “Rievocazione della Gigeta e del Tochetin del Campanile di San Marco“. Vittorio Baroni aggiungerà un altro evento chiave venerdì per ripercorrere la storia del Paron de Casa, in occasione dei 1600 anni di Venezia.

La Gigeta e il Tochetin del Campanile

Un bambina interpreterà Gigeta, ovvero Luigia Alessandri. Questa è la bimba che gettò per prima in mare, al largo del Lido di Venezia, uno dei 1 milione e 200 mila mattoni con cui era stato costruito il campanile crollato nel 1902. Ma la bimba si tenne un tochetin per ricordo.

La rievocazione avverrà su un bragozzo. E sarà interpretata dalla bimba Sofia Meconi, che avrà un vestito confezionato da una sarta ucraina. Il tutto si terrà davanti a una motonave, dove ci saranno autorità civili, militari e religiose. Ci saranno anche i dirigenti scolastici che hanno dato una mano forte a diffondere nelle scuole la storia del campanile. Quest’ultimo, prima di tutto ha avuto la funzione di faro, essendo il punto più alto della città.

Infatti, è stato il Paron de Casa a guidare per secoli navi provenienti da tutto il Mediterraneo in laguna. Ma questa funzione ora è stata sostituita da una tecnologia avanzata.

Pietro Pellizzari, Ammiraglio Ispettore, Direttore marittimo del Veneto

“Come si è evoluta per lo sviluppo della portualità quella che era una realtà veneziana fondamentale. Si è evoluta con i moderni sistemi di comunicazione. Ad esempio, attraverso i satelliti, attraverso la capacità di dialogare apertamente con le navi e portare all’attenzione dei comandanti le informazioni di cui hanno bisogno”.

Il campanile faceva da guida di giorno con gli specchi, e di notte con i fuochi. Poi, con Galileo Galilei nel 21 agosto 1609, giorno in cui sperimentò il cannocchiale, fu possibile anche avvistare le navi con molte ore d’anticipo.

Pietro Pellizzari continua: “questi sistemi di comunicazione ci consentono di avere un cannocchiale molto potente. Questo ci consente di avere non solo davanti a Venezia, ma su tutto il Mediterraneo, un’immagine del grafico che ci consente di sapere dove sono le navi e quando arriveranno a Venezia. Sapere quando le navi arrivano a Venezia ci consente di lavorare per farla entrare con la massima efficienza portuale attraverso il Mose. Ma ci consente anche di efficientare il traffico del porto”.

Per costruire il campanile i veneziani hanno cercato materiali lungo le coste del Mediterraneo. Hanno infatti raccolto pietre greche e bizantine. Involontariamente hanno così messo insieme un archivio storico in pietra.

Fulvio Lino Di Blasio, Presidente Autorità Portuale del mare Adriatico

“Tra l’altro il porto di Venezia ha una sua vocazione internazionale. E’ un porto che lavora con oltre 50 destinazioni. Ci sono duemila imprese che fanno grande il nome della portualità veneziana nel mondo. Ne parleremo, perchè nella Giornata Europea del Mare che si celebrerà in Italia il 20 maggio, a Venezia si avrà anche l’occasione di raccontare una storia particolare di circolarità. Questa riguarda la storia di Gigeta, e del lungo viaggio che i pezzi del Campanile di San Marco hanno fatto per ritornare poi a Venezia”.

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