Quest’anno ricorre il 70esimo della nascita della Fondazione Giorgio Cini, il programma delle celebrazioni è condizionato dalle misure anticovid, ma non le mostre di cui ne parliamo con il nipote di Vittorio Cini, l’imprenditore che recuperando l’isola di San Giorgio l’ha resa famosa nel mondo culturale internazionale
Venezia ha bisogno di ripartire
Abbiamo avuto un periodo molto difficile. Una serie di lavori hanno comportato la chiusura delle biblioteche istituti e delle visite guidate. Non si son potute tenere le manifestazioni e gli eventi che si tenevano a San Giorgio. Manca da un punto di vista di bilancio alcune entrate come altre istituzioni veneziane.
Fondazione Giorgio Cini
20 aprile 1951 mio nonno Vittorio Cini, istituì la fondazione Giorgio Cini in memoria di Giorgio Cini che era morto in un incidente di volo vicino a Cannes un anno e mezzo prima. Il progetto era sull’isola di san Giorgio Maggiore che era ridotta in uno stato abbastanza devastato dopo 150 anni di occupazione militare fino a dopo la seconda guerra mondiale.
Riprese in mano la fondazione che in un arco di tempo molto breve è stata interamente restaurata. Prima si sistemò la parte monumentale che era cresciuta in un millennio e più di storia dell’abbazia Benedettina. Successivamente vennero costruiti nuovi fabbricati, demolite le baracche e costruito il teatro verde. Questi nuovi fabbricati erano destinati alle giovani generazioni del dopoguerra per garantirne la formazione. Si costruirono delle istituzioni nell’isola di San Giorgio. Una era il centro marinaro che formava alle professioni del mare.
Visitare San Giorgio
Andare a vedere l’isola sta diventando nuovamente possibile perché nella ripresa dell’attività è consentito fare delle visite. Invio tutti ad andare alle stanze del vetro dove è stata aperta una mostra interessante e divertente degli animali di vetro dalla collezione di Pierre Rosenberg. Dopo aver visitato questa mostra proseguendo nel percorso ci sono le cappelle del famoso padiglione della biennale di 3 anni fa che abbiamo mantenuto nel fondo del giardino dell’isola.
Si aprono mostre dentro San Giorgio nella struttura della fondazione nella biblioteca Longheniana di metà 600 ci sarà una mostra su Tomaso Buzzi che progettò un nuovo accesso ai piani nobili. Una stupenda scala ovale e una sala destinata ad accogliere il servizio di porcellana e cozzi ricco di ben 278 pezzi.
La biennale architettura aprirà e per tanto ci saranno mostre legate ad essa come i quadri benedettini che sono una componente importante della fondazione Cini. L’invito è andare a visitare continuamente il sul sito wwwcini.it dove sono aggiornate gli eventi e le mostre in corso.
La mostra
Riaprirà nel weekend successivo a quello della biennale anche la mostra su Piranesi Basilico Vedute di Roma che l’anno scorso fu messa in campo per solamente un mese e mezzo perchè siamo stati costretti a chiudere con il loockdown di novembre. Si troverà nel percorso “il miglio dell’arte” dove si trovano Palazzo Cini, la collezione Peggy Guggenheim fino a punta della dogana.
A punta della dogana c’è un museo piccolino, la pinacoteca Manfrediniana, che appartiene alla diocesi di Venezia. Sulle fondamenta delle Zattere ci stanno sia gli studi di Emilio sia dei grandi magazzini del sale e uno dei salone è dedicato alla fondazione Vedova.
Il matrimonio tra Vittorio Cini e Lyda Borelli
Lei abbandono le scene del 1918, dopo essere stato grande attrice di teatro e di cinema muto. Quando sposo Vittorio Cini rinunciò le scene per andare nella vita matrimoniale. Vittorio era ufficiale di cavalleria durante la prima guerra mondiale, ed era già venuto a Venezia per delle iniziative economiche. Si pensa che si siano conosciuti a Ferrara visto che Vittorio Cini era originario di Ferrara