Economia e società

Coronavirus, Confcommercio Miranese: “stop pagamenti e tributi”

Lettera ai sindaci per prorogare pagamenti e tributi, sospendere i park blu a Mirano. Calo del fatturato con picchi del 70%, hotel in ginocchio: fino al 100%. «Aiutare le attività economiche come sta facendo Venezia»

Una lettera indirizzata a tutti i sindaci e gli assessori alle attività produttive del Miranese per chiedere di adoperarsi per prorogare i pagamenti e ridurre i tributi comunali per le imprese. La nuova iniziativa di Confcommercio del Miranese punta diritta al palazzo, dopo il grido d’allarme lanciato da commercianti ed esercenti per la situazione delle attività commerciali del territorio, che in alcuni settori, come la ristorazione e ancor più le attività ricettive, si sta rivelando drammatica a causa dell’emergenza coronavirus. GUARDA IL VIDEO: Commercianti in ginocchio: “sbagliata la comunicazione”

Coronavirus

«L’emergenza Coronavirus – scrivono nella lettera il Presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo ed il direttore Tiziana Molinari – o per meglio dire l’allarmismo che ne è conseguito, sta creando enormi danni alle attività commerciali, ricettive ed economiche del nostro territorio. Il calo del fatturato in alcuni settori sta toccando picchi del 70%, in alcuni addirittura del 100%, come nel caso degli alberghi. L’afflusso della clientela è calato drasticamente e la situazione non sembra migliorare. Chiediamo perciò di adoperarvi per ottenere una riduzione della tassa per asporto rifiuti e dell’Imu e una proroga dei pagamenti di tutti i tributi che le attività devono versare. E’ essenziale aiutare le attività economiche a fronteggiare questa emergenza, anche sulla scia di quello che ha già deciso il Comune di Venezia in merito».

L’incontro

A Mirano intanto la delegazione di Confcommercio capitanata da Roberto Rossato ha incontrato l’assessore alle Attività produttive Cristian Zara per chiedere la sospensione dei parcheggi blu a pagamento, in modo da favorire l’accesso al centro storico e offrire una possibilità in più ai commercianti locali. Il Comune si è detto disponibile a valutare un periodo di sospensione del ticket, nei prossimi giorni è atteso pertanto un provvedimento a riguardo.

Ma l’associazione si muove anche nei confronti degli associati: venerdì 13 marzo alle ore 14.00 è in programma nella sede centrale di Confcommercio del Miranese a Mirano un incontro rivolto a tutti i titolari di attività ricettive del comprensorio e servirà per tirare le fila su agevolazioni fiscali e misure anticrisi a cui poter accedere in vista di nuovi provvedimenti in discussione a livello centrale. Ma si parlerà anche di possibili iniziative di rilancio del tessuto produttivo e commerciale locale, da discutere e condividere assieme. (La partecipazione alla riunione è subordinata all’iscrizione, possibile inviando un’e-mail a marketing@confcommerciodelmiranese.it in ottemperanza a quanto prevede il DPCM del 4 marzo in materia di distanza tra i visitatori)

Le richieste

Già da diversi giorni Confcommercio sta lavorando anche a livello governativo per chiedere la sospensione dei contributi per le imprese e premi come già avvenuto, per esempio, per gli eventi sismici. Richiesta anche la previsione di un’indennità fissa per lavoratori autonomi interessati da sospensioni delle attività, l’estensione della cassa in deroga per chi ha solo quella straordinaria e il fatto che i lavoratori che non hanno potuto recarsi al lavoro non siano considerati in malattia ma rientrino nelle fattispecie di sospensione in cassa integrazione.

L’appuntamento di venerdì e la lettera ai sindaci segue una campagna comunicativa che Confcommercio ha rivolto da alcuni giorni ai consumatori, per convincerli a non rinunciare alle vita quotidiana di sempre, pur nel rispetto delle misure contenitive emanate dalle autorità e con tutte le precauzioni del caso. #nonlasciartiinfluenzare è l’hashtag per invitare i consumatori a non cedere alla paura: “Puoi continuare a vivere e fare progetti – lo slogan – lasciandoti servire dai tuoi esercenti di fiducia”.

«Negozi, pubblici esercizi e mercati – fanno sapere da Confcommercio – lavorano come prima dell’emergenza, soltanto con qualche precauzione in più. Si può vivere esattamente la vita di tutti i giorni, comprando il pane, bevendo un aperitivo o mangiando una pizza fuori con gli amici».

Le voci dei commercianti

Di seguito si riportano le voci già comunicate dei commercianti locali e dei vertici dell’associazione a causa del coronavirus:

«Giusto adottare tutte le precauzioni del caso – spiega il presidente di Confcommercio del Miranese Ennio Gallo – ma non si può creare una fobia generalizzata che ha solo lo scopo di bloccare le attività. Ora serve compattezza: i sindaci per primi devono tranquillizzare i cittadini, disinnescare la bomba, dare una mano ai negozianti a rialzarsi e trasmettere sicurezza ai consumatori. Non siamo di fronte alla peste, non c’è alcuna controindicazione a uscire di casa ed entrare nei negozi».

Lo sanno bene i diretti interessati, i commercianti, che dai paesi dipingono una situazione mai vita: «La situazione non è buona – spiega la delegata di Spinea Patrizia Vianello – i commercianti sono insoddisfatti, la psicosi ha messo in ginocchio molte attività, indipendentemente dal settore. Proprio questa mattina ho incontrato dei commercianti che in città sono un punto di riferimento per la clientela: mi hanno trasmesso tutta la loro paura che questa situazione si trascini ancora a lungo. D’altronde per giorni Spinea, specie verso sera e la mattina presto, è risultata vuota. Per contro i commercianti sono più uniti che mai, non hanno perso lo spirito del lavoro, serve però agire perché il rischio è che qualcuno si demoralizzi».

«Aprire e mantenere un’attività – le fa eco Roberto Rossato, delegato a Mirano – sopratutto in questi ultimi anni, è già molto difficile. La concorrenza di mercati sempre più aggressivi ci ha messo a dura prova. Non dobbiamo però farci suggestionare da quanto sta accadendo con il coronavirus. Dobbiamo continuare ad acquistare nei negozi dei nostri paesi, a vivere le nostre piazze, i nostri bar e ristoranti e non mollare. Perché il rischio concreto è che la paura ci spinga a non far più nulla, a non frequentare quelle imprese che erano parte della nostra quotidianità. Non fermiamoci, insieme usciremo da questo complesso periodo più forti che mai».

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