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Caporalato: al mercato all’ingrosso schiavi – facchini

Sono scattate oggi a Padova tre misure cautelari contro un'organizzazione che reclutava facchini a basso costo di origine bangladese per il mercato all'ingrosso agroalimentare della città

Sono finiti in carcere due cittadini, uno di origine bengalese e l’altro romena, con l’accusa di caporalato, mentre per una terza persona è scattato l’obbligo di dimora.

Caporalato

La Guardia di Finanza gli ha condotti in carcere su ordine del tribunale di Padova, dopo aver raccolto elementi anche attraverso l’uso di telecamere che raccontano lo sfruttamento a cui sono stati sottoposti numerosi lavoratori provenienti dal Bangladesh; almeno 21 attraverso cooperative che fornivano manodopera ad un grossista italiano del mercato agroalimentare patavino.

Gli arresti

I due finiti in manette reclutavano gli addetti promettendo l’assunzione nelle cooperative in cambio di denaro. In realtà i malcapitati venivano retribuiti con cifre palesemente al di sotto di quelle previste dai contratti collettivi, sottoposti ad orari di lavoro che non includevano ferie o riposo giornalieri e settimanali e ad alcuni di loro sono stati offerti anche alloggi degradanti.

Dovevano inoltre pagare somme di denaro per evitare il licenziamento o sperare che il contratto passasse da a tempo determinato ad indeterminato.

L’inchiesta

L’inchiesta è partita da alcuni facchini che si sono rifiutati di accettare tali condizioni di lavoro, nonostante le minacce. Ora ci sarà il processo.

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