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A caccia di “Tocheton” del Paron de Casa

Il Comune donò i pezzi meno pregiati in cambio di un'offerta per costruire un nuovo campanile, ma non si tratta di pezzi senza valore, venivano da antichi edifici demoliti, come un frammento, il più grande finora trovato custodito in un giardino nei pressi di Campo Santa Margherita e ora vincolato dagli archeologi veneziani che lo stanno studiando

La Soprintendenza va a caccia dei pezzi del campanile di San Marco distribuiti ai veneziani dopo il crollo del Paron de Casa avvenuto nel 1902. Siamo qua con il gruppo degli autori, sovrintendenza e il discendente di Salvatore Arbib e la proprietà del tocheton.

Qual’è l’appello ai veneziani per il tocheton?

Nadia De Lazzeri, co-ideatrice progetto “padron de casa”: “Se qualcuno per caso ha in giardino delle strutture simili a quelle del tocheton che sappiamo essere un frammento del campanile di San Marco di comunicarcelo perchè effettivamente magari possono essere altri pezzi custoditi all’interno dei giardini veneziani quando all’epoca il comune chiese alla popolazione di portarsi a casa un ricordo un pezzo del tocheton come è successo per il tocheton nel giardino di Giovanni da parte di Salvatore Arbib del trisavolo di Jack per cui non si sa mai che ci possano essere altri frammenti che possano aiutarci a ricostruire la storia del campanile”.

Come viene fuori questa storia del tocheton dentro il libro Venezia è Favolosa fatto con i disegnatori

“Ci sarà appunto questa partenza dal tochetin al tocheton un libro per le giovani generazioni, saranno 18 capitoli. Gigetta questo personaggio-mascotte guiderà un po’ e darà le sue spiegazioni sul campanile. Insieme ci saranno queste bellissime immagini dei due disegnatori Amendola e Held, disegnatori della Walt Disney”.

Valerio Amendola, disegnatore: “E’ stato una grandissima emozione nel giardino vedere questo meraviglioso pezzo del campanile di San Marco, grandissimo, parte in pietra, parte in muratura, addirittura un capitello incastonato. L’abbiamo poi anche disegnato, è stato una cosa fantastica. Chissà quante mani nei secoli l’hanno toccato di operai, di maestranze, forse qualche doge”.

Jack Arbib, discendente di Salvatore che recuperò il tocheton: “Io non posso fare altro che condividere la speranza che in altri cortili a Venezia o forse anche fuori si trovino ancora dei pezzi per ricostruire questo puzzle”

Il commento di Giovanni Bognolo

Giovanni Bognolo, proprietario del giardino che custodisce il tocheton vincolato “E sì ci facevo anche pipì dietro quando ero piccolo. Comunque io ringrazio per questa cosa che è successa, soprattutto faccio un ringraziamento alla sovrintendenza perchè in questa maniera vincolando, di solito i vincoli sono sempre visti come una cosa negativa, invece ha restituito alla città una cosa non di una Venezia del campanile, del palazzo… Ma di una Venezia minore però che è un piccolo pezzo di puzzle che ci racconta e ci racconterà molto di questa città”.

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