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Safet Zec il poeta delle immagini in mostra a Bottega Cini

Fino al 31 ottobre a Bottega Cini esporrà le sue opere Safet Zec, artista bosniaco famoso in tutto il mondo e grande amante di Venezia

La pittura evocativa e potente di Safet Zec è protagonista di una piccola, ma imperdibile mostra a #Venezia, negli spazi di Bottega Cini a San Vio fino al 31 ottobre

Safet Zec è un poeta delle immagini. Il suo sguardo limpido si posa su oggetti attraversati dal tempo, su cose quotidiane che di solito nemmeno vediamo, come le porte, le sedie o il pane.

Un ritorno alla città tanto amata

L’artista, nato in Bosnia nel 1943 ma cittadino del mondo, e soprattutto amante di Venezia, espone proprio nella città a lui tanto cara. Una mostra di piccole dimensioni, appena una decina di opere, ma di enorme pregio. Il luogo adibito a ospitarla sarà lo spazio di Bottega Cini a San Vio.

Il rapporto di Safet Zec con Venezia è di lunghissima data, ed è fonte di continua ispirazione. Commuove, ad esempio, sentire la sue emozione nel raccontare come solo qui sia possibile avvicinarsi così tanto ai maestri del passato, accarezzare Bellini o Tintoretto.

Le parole dell’artista sulla mostra

Intervistato ai nostri microfoni, il grande artista ha commentato così la sua nuova mostra: “Tanti mi chiedono perché Venezia. Io rispondo che quando sono qui, andando verso il mio studio, passo dalla chiesa di San Francesco delle Vigne e posso toccare Bellini. È un’occasione rara, anzi rarissima. Solo a Venezia si può godere di un contatto così stretto con le opere. I musei invece restano musei, c’è sempre una barriera di mezzo.”

Il critico Romanelli su Safet Zec e la sua pittura

E quanto la tradizione pittorica veneziana sia importante per Safet Zec viene ribadito anche dal critico e storico dell’arte Giandomenico Romanelli: “Zec è un grande maestro che proviene dalla tradizione pittorica tintorettiana e manieristica veneziana. Su questo non c’è dubbio, per quanto lui abbia studiato a Belgrado e abbia una formazione strettamente legata a quel territorio. Però il senso della grandezza, il senso della narrazione, dello “squadernamento” quasi da film delle sue opere, sono certamente in linea con una tradizione che attraversa anche il ‘700 italiano.

Dall’altro lato – continua Romanelli – Zec è uno straordinario testimone della quotidianità, della vita e anche degli oggetti, delle cose materiali che ci circondano. I suoi pani rimangono dei punti di riferimento abbastanza singolari, dando vita a delle nature morte di una vivacità e originalità con pochi paragoni. Mette così insieme diversi tipi di esperienze e di percorsi formativi. Anche la stagione degli alberi, la stagione delle facciate veneziane, importantissime nel contesto della sue evoluzione pittorica, sono esempio di questo.

Ha poi però anche una vena classicistica, che vediamo anche in mostra nell’elaborazione della Nike di Samotracia. Questo perché, essendo lui un grande maestro, possiede la materia, possiede il mestiere. Di conseguenza, può affrontare qualsiasi tematica con una padronanza assoluta del linguaggio pittorico.”

Le opere di Safet Zec rimarrano esposte a Bottega Cini fino al 31 ottobre.

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