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Addio a Fabio Buzzi: per Assonautica possibile errore umano

Il visore notturno della luminosità spento per dare spazio a quello che intercettava il calore delle imbarcazioni. E' insomma l'errore umano la causa della strage di un equipaggio di off shore accaduta a Venezia il 17 settembre scorso secondo Assonautcia

Sarà celebrato dopo un minuto di silenzio sabato mattina nel salone nautico di Genova, Fabio Buzzi, l’uomo che ha sacrificato la sua vita al record della Montecarlo-Venezia. Abbiamo perso un uomo che ha inventato e costruito di tutto e di più, ha scritto in una nota Assonautica, portando all’Italia qualcosa come 57 campionati e record mondiali e con la stessa genialità stava sviluppando la barca da record a propulsione elettrica.

Rimane il fatto che tanta preparazione non è bastata la sera del 17 settembre quando Fabio Buzzi assieme ad altri tre compagni giungeva da Montecarlo in meno di 19 ore con uno scafo capace di raggiungere i 75 nodi pari a 140 km orari e si è schiantato contro la lunata, ossia una diga di massi all’ingresso della bocca di porta del lido, costruita a protezione del mose Assonautica in un comunicato ipotizza l’errore umano.

Non si è trattato di un mal funzionamento degli strumenti

Lo scafo era dotato di un sofisticato sistema militare per la visione notturna composto da due strumenti a disposizione del radarista: uno a raggi infrarossi che intercetta le fonti di calore ed un secondo ad amplificazione di luminosità, entrambi consultabili sullo stesso schermo sia in contemporanea che uno alla volta per avere la massima dimensione degli eventuali ostacoli sulla rotta – spiega Assonautica e ipotizza che sia stato messo a tutto schermo quello ad infrarossi per intercettare le barche, molto numerose a quell’ora ed essendo la lunata fredda non è stata segnalata. Insomma si tratterebbe di una valutazione sbagliata dovuta alla stanchezza e ad un calo di tensione dopo aver battuto il record e non di un cattivo funzionamento degli strumenti come ipotizzato da altri. Sta di fatto che l’incidente sta danneggiando l’immagine di uno sport che non è pericoloso come sembra.

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