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Zaia: “gli orari sfalsati non vanno bene per il Veneto”

Con il nuovo DPCM, il dibattito si sposta sui trasporti scolastici e gli orari sfalsati. Ogni territorio ha modalità di trasporto diverso.

Luca Zaia ha criticato gli orari sfalsati previsti per gli studenti. Ogni territorio ha modalità di trasporto diverso. Si va dalle metropolitane delle grandi città alle corriere di campagna.

Le parole di Zaia

“Oggi, 19 Ottobre, questa è la situazione: 52 in terapia intensiva e 472 in ospedale. Ci sono 9.845 positivi in Veneto, ma solo 169 sono sintomatici. Vuol dire che gli asintomatici sono oltre il 98%.

Questo è il frutto del nostro investimento, perché, facendo tanti tamponi, troviamo quei positivi che a febbraio o a marzo non trovavamo. Adesso facciamo molti più controlli, basti pensare ai punti di accesso rapido per i tamponi. E vi anticipo che presto apriremo in ogni Ulss un punto di accesso per tamponi rapidi aperto h24.

Il fatto che non ci sia emergenza ospedaliera non significa che l’emergenza covid-19 sia passato. Il virus c’è e non sappiamo come si evolverà questa situazione.”

Didattica a distanza

“Non possiamo tralasciare il tema della modulazione della didattica a distanza. Una possibilità è quella di alternare gli studenti della stessa classe piuttosto che intere classi.

In modo tale da evitare lo spostamento di una parte degli studenti. Comunque studieremo una soluzione con l’ufficio scolastico regionale.”

Gli orari sfalsati

“Il DPCM prevede una misura che è quella degli orari sfalsati. Tutto si può fare però noi non siamo una realtà metropolitana. Noi non ragioniamo di autobus ma di corriere.

Parliamo di paesi dove i nostri oltre 500 comuni hanno mediamente meno di 4000 mila abitanti. Dove l’interconnessione con gli orari è difficile.

Spero che venga modificata la parte del dpcm che scarica sui sindaci la responsabilità degli assembramenti in strade e piazze, perché non si possono dare le competenze agli enti locali senza però dargli gli strumenti.

Inoltre, il decreto prevede che i presidenti delle Regioni possano prendere dei provvedimenti per allentare le restrizioni, in accordo con il Ministero della salute.

Autonomamente, poi, io posso prendere dei provvedimenti per aumentare le restrizioni e vorrei che ci fosse dal Governo centrale l’obbligo formale di informare i presidenti di Regione nel caso in cui fosse necessario proprio l’aumento delle restrizioni. E senza questo obbligo formale, il dpcm è zoppo per quel che riguarda le competenze.”

 

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