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Sul Femminicidio di Giulia è scontro ideologico

Esplode la polemica tra chi parla di società patriarcale e chi cataloga i femminicidi tra i casi legati a persone con disturbi ossessivi. Lo scontro è politico

Sul Femminicidio di Giulia è scontro ideologico. L’emergenza femminicidio ci coinvolge tutti a partire dal linguaggio, dal comportamento e dalle decisioni istituzionali: è una delle dichiarazioni di Angelo Bonelli deputato e portavoce nazionale di Europa Verde.

Femminicidio

“Il sistema è tossico e patriarcale”, gli ha fatto eco Il deputato Dem Alessandro Zan. E ancora “Filippo non è un mostro ma figlio della cultura dello stupro” sono le parole più forti e sono state pronunciate da Elena Cecchettin e la sorella di Giulia, suscitando l’indignazione Di Stefano Valdegamberi consigliere regionale eletto nella lista Zaia e ora nel gruppo misto che ha accusato Elena di usare la morte della sorella per fare una battaglia ideologica. Ha inoltre parlato di società satanista visti, ha scritto su Facebook, i simboli sulla felpa della ragazza.

Zaia si è dissociato dal consigliere ma salomonicamente e pur avendo dato ragione a chi definisce gli autori dei femminicidi dei malati, ha parlato di una cultura da cambiare a scuola, con l’aiuto del territorio.

Il commento di Luca Zaia

“Una mente malata va intercettata. Il vero progetto è quello di educazione, quello di sviluppare sentimenti e al rispetto della donna. Ma dall’altro anche abbiamo bisogno di progetti che ci aiutino a spiegare una cosa importante. Ovvero, quella di spiegare che se si vedono dei segnali di non normalità, devono essere segnalati e affrontati. Questo soprattutto da chi è esperto nel trattare le patologie, soprattutto le psicosi.

Noi dobbiamo approfittare di questo network che abbiamo, che è la scuola. Che ci permette di intercettare i ragazzi e parlare ai giovani. Ciò non toglie che come comunità non possiamo avere l’alibi, del -ma tanto ci sta pensando la scuola-. Se tuo figlio va a scuola imparerà l’alfabeto, imparerà a scrivere, ciò non toglie che tu debba poi seguirlo a casa. Questo è il ruolo delle famiglie, il ruolo della comunità. Dobbiamo fare un lavoro di squadra. Le leggi aiutano, ma esse sono la parte finale, vanno a risolvere il problema quando il problema è acuto. Noi dobbiamo risolvere il problema  iniziale che è quello della cultura, del rispetto della donna.”

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