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San Donà di Piave: Botte nella casa di riposo

Monta l'indignazione per i maltrattamenti agli anziani della casa di riposo di San Donà di Piave e non solo tra i parenti degli ospiti. Il caso e non si tratta purtroppo di un episodio isolato nel paese è diventato nazionale. Ora ci si sta interrogando anche sugli anziani deceduti e quanto abbiano potuto influire sulla loro morte

La casa di riposo di San Donà di Piave nella bufera, monta l’indignazione di tutta Italia per l’ennesimo istituto per anziani diventato un lager per i suoi ospiti. Mercoledì sera durante un incontro con la direzione è emersa tutta la rabbia dei famigliari che per anni hanno denunciato, inascoltati, i lividi e le violenze subite dai loro cari. I vertici della Monumento ai caduti assicurano che i colpevoli saranno licenziati e il Codacons ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo.

Anche il presidente del OMCeO, l’ordine dei medici ospedalieri veneziano e vice nazionale, ha preso posizione sugli abusi subiti secondo quanto hanno immortalato le telecamere da una quindicina di anziani.

Le parole di Giovanni Leoni sulla casa di riposo di San Donà di Piave

“Noi speriamo che la magistratura faccia velocemente il suo corso. La certezza della pena e sanzioni esemplari perchè l’atto che è stato perpetrato è particolarmente vile in quanto a carico di persone inermi e innocenti, bisognosi solo di affetto e cure e non di vessazioni e di insulti sistematici.”

Intanto si allunga l’ombra del sospetto sulle cause della morte di alcuni anziani negli anni scorsi. Ci si chiede se alcuni ematomi erano emorragie provocate dalle botte e se avessero compromesso le fragili condizioni di salute degli ospiti. Si è aperto insomma un vaso di Pandora, molti chiedono di aprire nuove indagini su quelle scomparse, soprattutto durante le chiusure legate al Covid, i parenti non potevano entrare ed è diminuito il controllo sul personale. E ora Luca Zaia chiede che diventino obbligatorie le telecamere nelle strutture h24, dove ci sono persone fragili e vulnerabili da gestire.

Roberto Volpe presidente Uripa, l’Unione Regionale Istituzioni e iniziative pubbliche e private e assistenza agli Anziani, ha dichiarato al Gazzettino che le telecamere non bastano. Manca personale e non si può fare selezione e la qualità degli addetti si è abbassata. Chi può lasciare per il settore pubblico, dove si lavora meno, lo fa e quindi anche molto turn over.

3 Commenti

  1. Negli articoli sembra si parli di licenziamento degli indagati come se fosse dubbia questa scelta… Non solo devono essere licenziati ma devono anche pagare caro quello che hanno fatto per anni. Sono una persona buona, non vendicativa né aggressiva. Ma in caso come questo, Se fossi io una parente di un qualsiasi anziano, potessi uno sputo in faccia (come facevano loro.. ed è il minimo…) lo darei… 😡

  2. Questi pezzenti devono essere giudicati e condannati severamente. Si deve fermare questa vergognosa, sadica prepotenza verso persone indifese. Punire anche il menefreghismo dei responsabili di queste strutture assieme ai Kapò.

  3. Ridicoli buffoni! Licenziamento viene usato come terribile punizione! In carcere questi criminali con tutte le aggravanti possibili comprese quelle di subire le sofferenze fisiche e psichiche a delle persone inermi! Vigliacchi schifosi subumani! Non le definisco bestie perché sarebbe un’offesa per gli animali…

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