Le parole di Renzo Mazzaro sulle ultime notizie su cui riflettere: “Ci sono delle notizie minori che rischiano di passare inosservate, invece, secondo me, sono interessantissime.
Il recupero dei relitti in laguna e il commento di Renzo Mazzaro
Per esempio, questa settimana – continua Renzo Mazzaro – è in corso nella laguna veneta il recupero di barche abbandonate, di vetro resina, di legno, dismesse. I proprietari le hanno abbandonate lì dove capitava. Sono relitti che si trovano nei canali, nelle secche, in posti difficili da raggiungere. Alcune si intravedono appena e quando c’è l’altare marea non le vedi e ci vai addosso senza accorgertene e inquinano. Questo recupero, che potrebbe sembrare cosa minore, invece è importantissima.
Pensate che nel 2020 hanno fatto un censimento e risultava, soltanto nella zona di San Giuliano, Marghera, che ce ne fossero ottanta di questi relitti abbandonati. Questo recupero viene fatto questa settimana da volontari, da organizzazioni ambientaliste, anche enti pubblici e c’è uno sponsor che mi piace citare, perché è un mecenate, ossia le “Cantine Maschio”.
Ovviamente il materiale può essere riciclato e riutilizzato anche in aziende che sono interessate a materiali ancora utilizzabili. Se volete saperne di più, potete chiamare il Comune di Venezia, oppure il comune di Cavallino, che sono gli enti pubblici che si sono interessati a questo recupero.
Il recupero dei capannoni in Veneto
La seconda notizia riguarda i capannoni nel Veneto. Sapete quanti capannoni inutilizzati, vuoti e abbandonati? 11.000 su 92.000, i quali sono il 20% del territorio occupato da immobili nel Veneto. Sono disposti qui e lì, nella campagna. Perché in alcuni posti hanno fatto delle zone industriali e li hanno concentrati, e noi, invece, nel Veneto abbiamo fatto uno sviluppo caotico, come veniva. In ogni paese c’è la chiesa, il campanile, il campo santo e la zona artigianale o industriale.
Questi 11.000 capannoni potrebbero essere riutilizzati. Cosa farne? Intanto chi ha fatto questo censimento sono gli imprenditori di Confindustria di Padova e Treviso e non è stato facile perché bisognava mettere d’accordo enti che non si parlano per niente. Ad esempio, comuni, provincie, il catasto, l’agenzia delle entrate. Sono arrivati a capo e ne hanno individuati 11.000, che potrebbero essere riutilizzati.
Confindustria di Padova e di Treviso ha costituito un portale che si chiama “Capannoni on/off) dove le aziende possono cercare il capannone che può ancora servire loro, invece che farne un altro. Ed è bello sapere che siano gli industriali, i veneti, come prima iniziativa in Italia, a pensare a fare questa operazione di riutilizzo, di recupero. Dopo aver, per anni, per decenni, costruito ovunque pur di produrre, è bello sapere che si cerca di rimediare a uno sviluppo caotico che andava, invece, controllato.
Anche perché non succede spesso.”
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