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Il Questore su Via Piave: “esistono gruppi etnici mobili”

Dopo che tre ragazze sono state riprese mentre rubavano si è scoperto fossero già destinatarie di un foglio di via che non hanno rispettato. Approfittando di una visita nei nostri studi televisivi da parte del Questore di Venezia, Gaetano Bonaccorso, parliamo proprio riguardo questo fenomeno degli allontanamenti non rispettati.

Tre ragazze con precedenti penali per furto sono state incastrate dalle telecamere di videosorveglianza di un treno ad alta velocità. Riprese mentre rubavano dagli appositi spazi due valige contenenti tra gli altri 130 mila di gioielli. Una turista si è presentata agli uffici della polizia ferroviaria di Milano per denunciare il furto sulla tratta Venezia – Milano  Le tre criminali erano già destinatarie di un foglio di via che non hanno rispettato. Proprio riguardo questo fenomeno degli allontanamenti non rispettati ne abbiamo parlato con il Questore di Venezia, Gaetano Bonaccorso approfittando di una sua visita nei nostri studi televisivi.

“Siamo davanti al Parco del Piraghetto, un parco rinnovato, ma la gente si chiede comunque: ora com’è la mappa dello spaccio nella zona di Via Piave?”

Il Questore Gaetano Bonaccorso

Il Questore: “oggi viviamo e contrastiamo una criminalità molto mobile e inevitabilmente le attività di pressione che effettuiamo quotidianamente, determinano gli spostamenti della criminalità. Le mappe vanno per cui costantemente aggiornate. Anche il Parco del Piraghetto vive dei momenti di miglioramento e noi speriamo di raggiungerne sempre più.

Non vi è dubbio però che i soggetti criminali dediti all’attività di spaccio, vanno seguiti in tutti i loro spostamenti. Ciò serve per individuare ulteriori centri e cercare di rendere costantemente ostili i territori che loro utilizzano per svolgere la propria attività.”

Sui blitz

E’ da quasi un mese oramai che si stanno susseguendo blitz quotidianamente, stanno servendo a qualcosa?

Conferma il questore: “Certamente sta servendo. Noi stiamo facendo uno sforzo molto importante, uno sforzo che non è soltanto di presenza sul territorio, ma anche uno sforzo di coordinamento. E’ per questo che ringrazio della grande collaborazione delle altre forze di polizia, perché questo consente interventi che siano modulati nell’arco dell’intera settimana.

Questa attività di pressione è molto importante e deve certamente essere accompagnata da una attività di natura investigativa. Davvero importante è la individuazione dei soggetti attivi nei processi di alterazione della sicurezza dell’ordine pubblico, di quella parte di territorio, affinché costoro vengano poi colpiti con attività a parte, attività repressive, piuttosto che con misure di prevenzione.”

Sui fogli di via

Una volta espulsi però poi ritornano. Oppure si spostano?

Risponde alla domanda: “questa è un’affermazione che si usa nei confronti di una qualsiasi misura, invece tutte di queste misure sono importanti ed è ancor più importante utilizzarle costantemente. La caratteristica del poliziotto è la pervicacia, di reiterare l’azione per ottenere il risultato.

Si parla tanto, ad esempio, dei fogli di via, si ritiene che sia solo un foglio di carta che viene violato. Sarà pur vero che può essere violato ma comporta un innalzamento della possibilità di pressione esercitata sul soggetto. C’è un esempio recente di una donna che era dedita all’attività di borseggio che è stata arrestata per violazione di una sorveglianza speciale. Quella “sorveglianza speciale” era il frutto di una sequela di fogli di via obbligatori. Da sola la violazione della sorveglianza speciale di per sé, ha dato possibilità di effettuare un arresto.

Ecco che il foglio di via, in quel caso, non è stato inutile.”

Le bande a Mestre

Rispetto a quando c’era la banda di nigeriani, che era in odore di mafia collegata con la mafia nigeriana, cos’è cambiato adesso ne traffico e nello spaccio qui a Mestre?

Il Questore infine: “Non entrerei nel dettaglio delle composizioni dei gruppi criminali, perchè quello fa parte delle attività sulla quale noi stiamo lavorando.

E’ indubbio che ci siano più etnie che operano nell’attività di spaccio. Io parlo ovviamente in particolare del quadrilatero di Via Piave. Rispetto a queste etnie noi stiamo cercando di mettere in campo delle strategie diversificate. Perchè anche l’etnia diversa impone la necessità di ricorrere ad uno strumento piuttosto che a un altro.

Un esempio pratico potrebbe essere che nei confronti di soggetti di etnia nigeriana è più complesso avviare un’attività di espulsione. Più complesso ma non impossibile, ma per effetto dei rapporti con il paese di origine. Nei confronti dell’etnia tunisina invece potrebbe essere più facile questo metodo.

Anche le metodologie di contrasto evidentemente rispetto alle diverse etnie, per effetto di diverse strutture organizzative devono essere differenti”.

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