Stanno Facendo un 48

Televisione italiana e la poca flessibilità

Pietrangelo Pettenò, Presidente Centro Studi MedFort, parla della poca flessibilità della comunicazione e della nostra realtà televisiva

In questa nuova puntata di Stanno Facendo un 48, Pietrangelo Pettenò, Presidente Centro Studi MedFort, parla della poca flessibilità della comunicazione e della televisione italiana.

Televisione italiana

I politici seduti sulla comodità della spartizione che c’è nella RAI e nelle reti private hanno uno scollamento dalla realtà totale: non si rendono conto che il mondo sta cambiando, rischiano di bruciarsi in poco tempo.

“I programmi che vanno in onda con stesso format e stessi ospiti fissi sono l’antitesi totale dell’informazione. Bisogna saper raccontare e dare spazio a tutti. In passato, quando mi spostavo nel Mediterraneo, vedevo questi telegiornali con mezz’ora dedicata unicamente ai fatti di cronaca. Da noi, non c’è il fatto ormai, c’è il giudizio.”

“Ormai si vedono molti direttori di testate che sentenziano su ogni cosa. Il direttore dovrebbe dirigere, non stare ogni sera in televisione. Diamo più spazio ai racconti concreti e meno alle sentenze.”

Gennaro Sangiuliano e il TG2 Post

“Io sono stupefatto dal direttore del TG2, Gennaro Sangiuliano, che nella trasmissione post-TG2 è ospite permanente non solo per intervistare, ma soprattutto per dare opinioni. Mi domando se questa sia un’esigenza personale di carriera o se non ci sia qualcun altro che possa fare questo lavoro al posto suo” ha detto Patrizio Baroni.

“I direttori intervengono quando devono intervenire. Se pensiamo a Sandro Curzi, ex-direttore del TG3, ricordiamo un direttore che interveniva nei fatti scabrosi, ma per il resto era invisibile. Per dirigere non serve essere presenzialisti”, ha detto Pietrangelo Pettenò.

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