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Parco San Giuliano: timori per la zona umida in secca

Un parco quello di San Giuliano diventato un polmone verde molto frequentato e molto amato, al punto che in questi giorni si è diffuso l'allarme per la siccità che ha colpito la zona umida e per questo l'assessore De Martin ha fatto un sopralluogo sul posto.

Massimiliano De Martin, Assessore all’ambiente del Comune di Venezia, è intervenuto sulla questione del prosciugamento dell’acqua al Parco San Giuliano di Mestre. “Siamo al Parco San Giuliano, sulla zona del Tamburello, dove c’è questo specchio d’acqua che oggi non c’è. In questi giorni, veniva ricordato dalla stampa ma anche da interrogazioni da parte di alcuni consiglieri: ‘cosa si può fare per ripristinare il livello dell’acqua che c’era prima?'”.

Il prosciugamento dell’acqua al parco San Giuliano

“Innanzitutto devo dire che questo è un fenomeno naturale. Questi specchi d’acqua non nascono con lo scopo di preservare costantemente il livello de”acqua. La dimostrazione è che non ci sono condotte che portano l’acqua direttamente per mantenere il livello. Invece, in contrapposizione, c’è uno scarico che, in caso di piogge abbondanti, questi specchi d’acqua diventano vasche di laminazione e l’acqua in eccesso viene convogliata direttamente in laguna”.

“Non bisogna confondere le condotte distese a terra come condotte per l’approvvigionamento dell’acqua. Quelle sono condotte che aspirano acqua all’interno di quelle fontane, che sono fontane per giochi d’acqua e non fontane per il riempimento del laghetto. L’acqua viene portata, attraverso un impianto sotterraneo di questa zona del Tamburello, per convogliare l’acqua in eccesso dentro questo specchio d’acqua”.

Se i laghetti di San Giuliano sono in secca, non è il caso di preoccuparsi, perché le piogge di questi giorni stanno già inumidendo il terreno.

Ha continuato De Martin. “Se passiamo dall’altra parte, possiamo vedere che seppur le piogge non siano state consistenti, il suolo inizia ad assorbire la quantità d’acqua necessaria, per poi rimetterla nel circolo. Si vede già in modo evidente, all’interno della fessurazione del terreno, che l’acqua in eccesso tende a rimanere in superficie. Quest’anno è stato un anno molto particolare dal punto di vista delle precipitazioni meteorologiche perché sono state assenti. Il Veneto, rispetto la passata stagione estiva, ha registrato circa un 52/53% in meno di piogge nello stesso periodo. Questo potrebbe già essere un altro evento che si manifesta per i cambiamenti climatici. Un evento che ci fa capire che qualcosa bisogna fare e bisogna intervenire”.

L’allarme insomma, dev’essere più legato all’ambiente in senso lato. Certo, molte specie animali hanno lasciato la zona, non trovano più da assetarsi, ma nei dintorni esistono molti ottimi habitat e non è detto che poi non ritornino, quando la zona tornerà umida.

Gli animali in seguito al prosciugamento dell’acqua

“Più volte ci si è chiesto che fine abbiano fatto gli animali. Gli animali hanno una capacità di adattamento molto elevata. La natura e il loro istinto, li portano, con lo spirito di autoconservazione della specie, a trovare dei luoghi adatti al loro habitat. Qui non hanno dovuto fare molta fatica perché a meno di 100 metri di distanza c’è la laguna di Venezia. L’habitat che già mancava prima della realizzazione del parco ed era già habitat per questi animali, viene confermato anche in questo momento di precarietà. Sicuramente questo è un habitat dove per tanti anni, gli animali hanno trovato alto luogo di rifugio o di protezione rispetto il luogo lagunare, ma questo non vuol dire che è venuta meno la biodiversità all’interno del Parco di San Giuliano”. Ha così concluso De Martin.

 

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